A lungo fece parlare di sé il patrono polacco, il vescovo Stanislao, ucciso da Boleslao II nel 1079 a Cracovia dinanzi all’altare della sua chiesa. Le pratiche della sua canonizzazione durarono a lungo, ma alla fine ebbero solenne consacrazione, ad opera di Innocenzo IV, nel 1253, ad Assisi, nella cui chiesa di S. Francesco gli fu eretto un altare che con-serva la sue reliquie e, in un’atmosfera mistica, è abbellito da due affreschi magnifici che ricordano il suo martirio e i suoi miracoli: immagine suggestiva per gli Italiani e meta sacra di pellegrinaggi per i Polacchi che si recavano a Roma (1). Ripercussione non comune ha avuto in Italia, più precisamente in Lombardia, la sedicente figlia del re cèco Przemislao I, quella strana Beatrice (Blazena), poi Guglielmina (Vilemina), la quale — non si sa bene perché — venne a passare gli ultimi anni della sua vita a Milano (1260-1281). Qui ella, dicendosi predestinata a convertire i cattivi cristiani, i Saraceni e gli Ebrei, seguita da numerosi giovani e donne, creò una setta che ebbe grande popolarità e in cui si compivano riti misteriosi e, a quanto pare, impuri. Alla sua morte, i suoi seguaci la proclamarono santa e la venerarono in una chiesa di Milano, anzi a Chiaravalle, e talmente si scalmanarono che vi intervenne l’ufficio dell’inquisizione milanese, condannò a morte i suoi principali adepti e bruciò il corpo di « Guglielmina bohema », nella quale, si diceva, si era incarnata la terza persona della SS. Trinità. E il popolo milanese ne restò impressionato a lungo. Gli ultimi settari, fra cui una parente dei Visconti, vennero arsi vivi nel 1300 (2). Fra tutti questi santi e martiri o eretici slavi che in un modo o nell’altro facevano parlare di sé, S. Adalberto boemo ebbe i riconoscimenti più interessanti e i meriti maggiori. Egli venne in Italia una prima volta nel 983 per prendere parte in qualità di vescovo di Praga al consiglio imperiale che l’imperatore Ottone II aveva convocato a Verona. Ma il soggiorno decisivo per la sua ulteriore attività religiosa fu quello successivo, dopo le delusioni subite a Praga, cioè dopo che nel 988 si era ri- (1) Le varie leggende di S. Stanislao, la sua Vita minor del secolo XIII e la Vita major dello stesso secolo furono pubblicate nel voi. IV di Monumenta Po-loniae historica. Cfr. J. Dominik, Bibliografia §tv. StaniAawa, Roma, Hosianum, 1953. (2) F. Tocco, Guglielma Boema e i guglielmiti, Milano, 1901; G. Biscaro, Guglielmina la boema e i guglielmiti, Milano, 1930; R. S., Guglielma la boema in Europa nuova, I (1949), n. 3. 28 —