Spunti boemi e polacchi nelle novelle del Bandello Altro atto di presenza sarebbe la colorazione boema che il Ban-dello ha dato ad una sua novella, più precisamente alla novella XIX del primo libro, in cui si discorre di «una mirabil beffa fatta da una gentildonna a due baroni del regno d’Ongaria», i quali con il di lei marito avevano fatto scommessa di vincere la fedeltà della dama (1). La novella che rimaneggia una « conte de la rose » francese del secolo XIV, ripresa poi nel secolo XVI col titolo di « La très elegante hystoire de Per-ceforest » (2), storicamente è importante perché rielabora un motivo letterario, che potremmo considerare migratorio, e trasporta l’ambiente originario dalla « Grande Britannia » all’Ungheria, al clima storico della corte umanistica del re Mattia Corvino e vi inserisce per di più personaggi e luoghi boemi e polacchi. Protagonista è quindi una bellissima gentildonna boema, la quale, moglie di un cavaliere boemo, « vassallo del re Mattia pure re di Boemia », vive in un castello boemo. All’azione partecipa anche un mago polacco di « Cutiana », che evidentemente è Kutnà Hora. Di qui direi sia anche la gentildonna perché il nome suo è Barbara, caro in particolar modo a quella città « ricca di argento e di altri metalli ». Evidente quindi il colorito boemo che il Bandello volle dare alla novella « britannica ». Donde al Bandello quest’ornamentazione boema? Forse dalla vedova dello stesso re Mattia Corvino, dalla regina Beatrice d’Aragona (3), che al nostro autore ha offerto protezione a Napoli. Ben riuscito comunque nella bellissima novella quell’incrocio di elementi magiari, boemi e polacchi che rispecchiano le vicende storiche di quei popoli all’ombra di comuni interessi o di comuni dinastie regnanti e ne ritraggono risonanze e curiosità che, soprattutto per merito di umanisti nostri colà operanti, si ripercuotevano anche in Italia. Analoga la novella XXXIV della terza parte delle surricordate Novelle del Bandello, in cui si discorre del « signor Girolamo de la Penna in Pollonia che chiede ostie per pigliar de le pillole e, per non l’intendere, a tutti i modi vogliono comunicarlo». Qui però siamo sulla scia (1) Cfr. l’edizione curata da G. Brognoligo ne gli « Scrittori d’Italia » dell’ed. Laterza di Bari, 1910-1912, voi. I, n. 21. (2) L. Di Francia, Alla scoperta del vero Bandello in Giornale storico della letteratura italiana, LXXX (1922), 52. (3) A. Cronia, Cechy v déjinàch itals\é \ultury, 76. — 149