a Bruna in Moravia, Salvatore Ignazio Pinto, compose, fra tanti altri, un oratorio sul santo e principe boemo, pure carissimo ai cattolici e venerato dal Medio Evo in poi, Venceslao ucciso da ferro fratricida e detto perciò 1’« Abele di Boemia » (1); proseguimento ideale e formale del dramma venceslaviano scritto un secolo prima dal Draghi, è migliore di quello nella esecuzione drammatica, nella tempra dei personaggi — Venceslao, Drahomira sua madre, il fratello Boleslao — ma peggiore nella verseggiatura. In clima preromantico ci porta invece il « melodramma popolare » che si svolge in Polonia, Lodoisfa; musicato da Luigi Maria Cherubini — oltre che da M. Kreutzer — su un libretto tratto, pare, da Federico Gonella dal romanzo un po’ donchisciottesco « Les amours du Chevalier da Faublas » di J. B. Louvet de Couvray, fu rappresentato nelle principali metropoli d’Europa e, nel 1800, alla Scala di Milano (2): una delle migliori opere del musicista fiorentino con precorrimenti formali e spirituali che ci riportano a Beethoven, in particolare al suo « Fidelio ». Quasi presagio, nella sua modestia, della « Sposa venduta » dello Sme-tana, servì d’appiglio ad un motivo polacco del « dramma giocoso » La sposa polacca, che Marcello Bernardini (Marcello da Capua), maestro di Cappella al servizio della principessa Lubomirska Czartoryska, scrisse nel 1799 per il Sant’Angelo di Venezia (3). Presagio invece delle lotte per l’indipendenza nazionale, che Italiani e Polacchi ingaggeranno nel Risorgimento e in pari tempo risonanza o sopravvivenza secentesca dell’epopea religiosa cristiana contro gli Osmanidi, fu nel 1799 una (1) S. I. Pinto, Il Santo Abele di Boemia, Bruna, 1781. Cfr. su ciò K. Titz, Svaty Vàclav v romans\ém svètè, Praga, 1929, pag. 22-23. Al teatro di Praga, in altro clima, avremo la Libussa di G. F. Sartori e Praga nascente di Libussa e Premislao di A. Denzi e altre opere che esulano dalla storia del teatro in Italia, ma completano la visione della fortuna che il teatro italiano ha avuto con le sue compagnie, con i suoi attori, autori e scenografi (Bo-necchi, Valeriani, ecc. in Russia) nei principali teatri russi, polacchi e austriaci di allora. (2) Di qui l’edizione milanese, s. a. Lodois\a. Dramma per musica da rappresentarsi nel Regio Ducale Teatro della Scala di Milano il carnevale dell’anno 1800. Il libretto è stato pubblicato anche a Venezia dalla Stamperia Valvasense. (3) M. Bernardini, La sposa polacca. Dramma giocoso per musica da rappresentarsi nel teatro di Sant’Angelo, nella primavera dell’anno 1799, Venezia, Casali, s. a. 330 —