VII - GLI SLAVI IN ITALIA Iniziazione protobulgara Di Slavi in Italia ce ne sono stati, non in grandi proporzioni e non in massa, come altrove, ma ce ne sono stati. Parecchi ne abbiamo già incontrati e in funzioni eminenti; altri incontreremo ancora. E si ricorderà solo quelli che di sé hanno lasciato tracce emergenti e atte a destare o a fermare l’attenzione. Prima degli Slavi (1) sono venuti e si sono stabiliti in Italia, nel secolo V, fra le masse fluttuanti di genti straniere, i Bulgari mentre erano ancora un popolo tataro, uralo-altaico. Una prima loro comparsa si sarebbe verificata sotto Alboino, re dei Longobardi, nel 452 in territorio lombardo-friulano. La seconda immigrazione, invece, è avvenuta nel 667 con Alzecco (Altzek), fratello di Isperich. il fondatore del primo regno bulgaro nella Balcania, e si è risolta nell’Italia centro-meridionale, prima in quel di Ravenna e poi in quel di Benevento. Alla seconda ondata non sarebbe mancato anche un seguito di Slavi e di essi, tra l’altro, farebbe fede un « Castellum Sclavium » della campagna capuana nel 1060. Insediamenti bulgari in territorio piemontese-lombardo-tridentino, nel triangolo Ravenna-Bologna-Rimini, nel ducato di Benevento e in altre regioni dell’Italia meridionale sarebbero attestati soprattutto da denominazioni locali e personali. A questo proposito si citano vari nomi di dignitari ecclesiastici e laici o di personaggi eminenti, fra cui gli Scaligeri (Can Grande della Scala!) veronesi e... il famoso (1) Dopo quanto ha scritto Ribezzo è inutile insistere sul così e non più detto « enigma messapico » e trovarvi elementi slavi, come ha fatto F. Butavand, L enigme messapienne et l’enigme crétoise; les inscriptions slaves de l’italie meridionale et de la Créte, Parigi, 1937. — 61