italiani diretti all’Oriente. E il Contarini trovandosi a Kiev, ha il senso di essere giunto all’ultimo limite d’Europa. La stessa impressione della Moscovia « terra d’Asia » hanno il Manuzio e il Ramusio, perciò l’uno la fa rientrare nei viaggi alla Persia e all’india, l’altro include tutti i libri o i commentari di viaggi russi nel volume dedicato all’Asia. Questo, al di sopra di ogni preconcetto politico, di lusinghieri apprezzamenti ufficiali o di simpatie e convinzioni personali, è l’orientamento generico della geografia rinascimentale che resta ancora fondamentalmente classica. Anche alle inedite « Relazioni dell’impero ottomano » degli ambasciatori veneti fanno riscontro, degli stessi o di altri autori, varie edizioni di libri di viaggi da Venezia a Costantinopoli o di libri su i Turchi in genere. Anche in questi libri gli Slavi, più precisamente quelli meridionali, fanno la loro comparsa o vi hanno la loro parte. A questo proposito si citano spesso i Libri tre delie cose dei Turchi (1) del veneziano Benedetto Ramberti, segretario della Repubblica al seguito di ambasciatori inviati alla Porta. E ben a ragione lo si cita! Infatti il primo libro, che è un diario del viaggio da Venezia a Costantinopoli, per via di terra da Ragusa, anche se si presenta nella solita forma dei giornali di viaggio, porge uno dei più vivaci, interessanti, esatti e meno prolissi panorami della penisola balcanica soggetta ai Turchi. L’impressione generale non è certo felice, ma ecco come l’acuto e arguto osservatore veneziano la riassume alla fine del suo viaggio: «Tutto il paese che si cavalca da Ragusi fino a poche giornate di Costantinopoli, è per la maggior parte incolto, horrido, non di natura, ma per negligenza delli habitatori, pieno di boschi horrendi, pieno di passi pericolosissimi, malissimo sicuro, malandrini, tristissimo e miserrimo da alloggiare, di modo che è bella cosa Tesservi stato, ma ben strana e diffìcile l’andarvi ». In quanto agli Slavi, egli già, per così dire, alle porte della libera repubblica di Ragusa, a « Trebing » cioè a Trebinje ha la sensazione di trovarsi nel « primo luoco della Servia », di cui si dà subito cura di delineare i confini e di cui illustra luoghi cari al culto sacro o aperti ai traffici mercantili. Particolare rilievo dà alla Macedonia, che fa confinare a nord con una parte di Dalmazia, di Serbia e di Tracia, a sud (1) Sono stati pubblicati nel volume del Manuzio Viaggi fatti da Vinetia alla Tana, in Persia, in India et in Costantinopoli, Venezia, 1543 e 1545. Studiati da P. Matkovic nel voi. LVI del Rad. — 117