essersi accorto che i suoi combattono anzi che contro il Turco, nei ranghi delle truppe austriache contro gli Italiani, di ciò si infastidisce e si riaddormenta per svegliarsi sol quando Serbi e Croati lotteranno per i loro veri ideali di libertà e indipendenza nazionale. Altri gli echi oltre i confini d’Italia (1). Il corollario della stampa periodica Più ancora degli autori e delle opere, che finora sono state passate in rassegna, rispecchia la fisonomía generale e le particolari attitudini dell’epoca la stampa periodica, sia quale continuatrice del passato, sia quale creatrice di nuovi indirizzi. Essa si interessò, quindi, anche del mondo slavo, della sua storia, della sua cultura, letteratura, ecc., or attraverso notizie, articoli, lettere, saggi, ed or attraverso numerose recensioni, svariate spigolature e singole versioni. Le questioni politiche appassionarono soprattutto. Dell’interesse che certi articoli destarono parla la ripetizione loro in più riviste e la loro eco in più giornali. Vi collaborarono i personaggi più quotati dell’epoca dal Mazzini al Tommaseo, assieme ad una schiera di minori, fra i quali taluni dimostrarono pardcolare interesse e competenza. Ammessa pure la partecipazione degli Slavi in clima di piena liberalità. Fra riviste e giornali che saltuariamente, casualmente e indifferentemente si occuparono di cose slave pur di dare varietà e colore al pro- (1) Luigi Fichert, che però concluse la sua vita a Venezia, oltre alle già ricordate La Giovane Slavia, Pel sesto centenario di Dante : La Slavia, La stella di Varsavia, La Madre Slava, scrisse: il racconto storico Veneti e Schiavont, Trieste, 1864; la « tragedia nazionale », in tre atti, del figlio slavo che, incitato dalla madre, vendica il padre, Biel\a di Bosnia, Venezia, 1876; la cantica Italia e Slavia con cui, su lo sfondo di un amore infelice tra un Italiano e una Slava di Dalmazia, auspica la concordia fra Italiani e Slavi, Venezia, 1889. Del traurino Marco De Casotti abbiamo tre popolari romanzi storici man-zoneggianti : Milienco e Dobrilla, Zara, 1833; Il bano Horvath, Venezia, 1838; Il berretto rosso ossia scene della vita Morlacca, Venezia, 1843. Su l’autore cfr. A. Petravic, Mar\o Kazoti, Belgrado, 1927, da Prilozi za \njizevnost, jezi\—, VII, e in Pete studije i portreti, Zagabria, 1935. Ricordo ancora l’anonima La presa di Castelnuovo in Dalmazia. Novella del sec. XVI, Torino, 1823, e Pietro L. Cenerini, Pere e Vil\a ossia il Monte-negro, suoi usi e costumi, brano di romanzo inedito, Trieste, 1853, dove si parla di un viaggio in Montenegro, della visita fatta al Vladika Petrovic Niegos e dove si inserisce la storia di Pietro e Vilka. 460 -