sione per l’antichità e per gli « studia humanitatis », avevano fatto stridere i loro torchi benedetti anche per opere di geografia d’esplorazione, donde le varie edizioni di quelle primizie che sono le relazioni del Ramberti, del Barbaro, del Contarini ed altri. L’umanista, storico e geografo veneziano Giovan Battista Ramusio, che giustamente è considerato il padre della storia della geografia, ideò e realizzò addirittura quella collana di Navigazioni e Viaggi che ha avuto risonanza ed ammirazione universale e che ha riuniti in volume, talvolta da lui stesso tradotti e dottamente illustrati, i più famosi viaggi della sua e delle precedenti età. Dei suoi tre grossi volumi (il primo, del 1550, è dedicato all’Africa ed il terzo, del 1553, aH’America) a noi interessa il secondo del 1559, fatalmente postumo e mutilo e dedicato all’Asia, perché vi ha grande rilievo quell’antiporta che è la Moscovia (1). Vi figurano più o meno integri i viaggi di fra Giovanni da Pian del Carpine e dei compagni suoi, il Milione di Marco Polo, le relazioni di Giosafat Barbaro e di Ambrogio Contarini, la lettera di Alberto Campense intorno alle cose di Moscovia, la relazione di un’ambasciata di Paolo Gio-vio, i Commentari del barone Herberstein e di Caterino Zeno, opere che stanno alla base della geografia e della storia russa e che in parte abbiamo già ricordato o ricorderemo in seguito. Come si è visto precedentemente, quasi tutte le relazioni degli ambasciatori veneti al Senato sono rimaste inedite. Alcune però ebbero l’onore della pubblicazione: segno che ne erano veramente degne, ragione per cui meritano tuttora particolare attenzione. Ecco anzitutto quelle di Giosafat Barbaro degli anni 1436-1451 e 1474-1478: Viaggio di fosaphat Barbaro ambasciatore di Venctia alla Tana et in Persia (2). Egli che appartiene alla cerchia dei giovani patrizi veneziani che solevano aprire mente e cuore alla conoscenza di mondi stranieri e a scopo di lucro si dedicavano anche alla mercatura, intraprese un viaggio alla Tana (Azov) che era allora l’Alessandria del Nord e là si fermò sedici anni. Successivamente ebbe varie cariche pubbliche in vari possessi della Repubblica o altrove, fra cui un’ambasciata (1) Data l’importanza del volume, esso ebbe varie successive edizioni, talora notevolmente accresciute : nel 1564, 1574, 1583, 1606, 1613. Su Ramusio vedere l’opera fondamentale di A. Del Pietro, Della vita e degli studi di Giovanni Battista Ramusio, Venezia, 1902. (2) Ne abbiamo ora uno studio di N. Di Lenna, Giosafat Barbaro (1413-94) e i suoi viaggi nella regione russa (1436-51) e nella Persia (1474-78), Venezia, 1914. 114 —