adagiìs desumptae, pubblicò nel 1794 nella sua città natia. Era un primo tributo alle Muse popolari slave sia pure nella lingua e nello spirito di Fedro. Era pure un richiamo, un risveglio destinato a non passare sotto silenzio (1). Infatti ne prese visione attenta niente meno che lo storico tedesco Giovanni Müller, il quale, essendo già in contatto epistolare (2) col Fer-rich, lo incitò a continuare l’opera sua e ad offrire nuovi saggi di poesie, di racconti e di tradizioni che evocassero e lumeggiassero lo spirito puro della nazione che le aveva conservate e tramandate. Gli rispose prontamente il latinista raguseo con un’epistola (3), in cui porse notizie sui canti popolari, sulla gusla, sulle danze nazionali e tradusse in latino due poesie epico-narrative (compresa la Hasanaginica!) e trentacinque liriche. Le notizie sono desunte in gran parte dall’opera del Fortis, le poesie, invece, sono raccolte dalla viva voce del popolo o trascritte dal codice di chi le aveva registrate. Infedele la versione, che altera il testo originale dall’onomastica al linguaggio poetico, ma condotta bene in esametri o in altri metri corrispondenti all’argomento e al genere. Si sente il neoclassicista raffinato che guarda ancora a quel mondo primitivo con gli occhi dell’estetica classica. E’ comunque un travestimento che, in quei tempi, poteva forzare l’effetto. In tanto il Ferrich si era messo a contatto anche con alcuni letterati di Spalato, i quali si occupavano di poesia popolare serbo-croata, con a capo quel Giulio Bajamonti, con il quale il Fortis scambiò molte lettere ed al quale il favolista raguseo mandò un’epistola analoga a quella che aveva diretto allo storico tedesco, propugnando nuovamente il « morlacchismo d’Omero » (4). (1) Infatti in Italia ne seguiva una pronta segnalazione ne II genio letterario d’Europa, Venezia, 1794, tomo XIV, p. 98, probabilmente a cura dello stesso Fortis, suo attivo collaboratore. (2) Di qui la lettera del Ferrich Ad clarissimum virum Joannem Muller, Ragusae, 1792. (3) Ad Joannem Muller Georgii Ferrich epistola. Huic accedunt illyncae linguae poematia triginta septem latinis carminibus ab eodem reddita, Ragusae, 1798. (4) Ad clarissimum virum Julium Bajamontium, Ragusae, 1799. Cfr. per questo argomento la monografia fondamentale di I. Milcetic, Dr. J idi je Bajamonti i njegova djela in Rad della Jugoslavenska Akademija, 192 (1912). 310 —