denziosità lo spirito di libertà sprigionatosi in Italia alla fine della seconda guerra mondiale, che permetterà a ognuno di pensare e scrivere a modo suo. Sarebbe però un’illusione attendersi da questa emancipazione una nuova letteratura completamente russeggiante e rosseg-giante: tale il linguaggio delle più recenti pubblicazioni che esulano dal nostro quadro cronologico, chiuso all’inizio della seconda guerra mondiale. Nuove opere informative sulla Polonia Alla Polonia, per la quale, specialmente nei momenti cruciali della sua storia, l’Italia aveva avuto plurisecolare simpatia — e dico « simpatia » nel suo vero significato greco — questa volta si guardò, con gli occhi di Mazzini, come al fatale « antemurale » dell’Europa, o — come dirà Frateilli — alla « frontiera d’Europa ». Abbondarono quindi nuove pubblicazioni informative di carattere geografico, turistico, storico e politico, da impressioni generali a svariati motivi particolari. Erano le nuove generazioni che, miste alle vecchie, volevano sapere e dire della « nuova » Polonia « risorta ». Viaggi quindi in lungo e in largo dai Carpazi al Baltico e nelle regioni adiacenti e visite a città e castelli da Cracovia a Wilno, da Varsavia a Zamosc e a Dan-zica. Quindi nuovi aspetti e nuovi problemi: riforme costituzionali, assetto internazionale, politica estera e terre contese, dalla Pomerania all’alta Slesia, da Wilno a Danzica a Cieszyn. E anche la storia ebbe sintesi, rievocazioni particolari, che vanno dalle prime insurrezioni alla prima guerra mondiale, e biografie e ritratti di personaggi illustri o romantici, che vanno da Bathory e Sobieski a Poniatowski, alla contessa Walewska e Pilsudski, per il quale troppo spesso si indulse a « lauda-tiones ». Ma a prescindere da questi incensamenti e senza far mistero delle loro simpatie per la Polonia, gli Italiani — se mai qualche Polacco forzò il tono — seppero essere equilibrati e contenere la nuova realtà entro termini oggettivi e persuasivi. E all’oggettività fanno riscontro freschezza di informazioni e ricchezza di documentazione. Del resto erano uomini della tempra di Attilio Begey, Guido Manacorda, Alessandro Pavolini, Arnaldo Frateilli, Amedeo Giannini, eccetera (1). (1) A. Begey, Nella Polonia risorta, Torino, 1922; A. Menotti Corvi, La Polonia, Roma, 1923; G. Manacorda, Anime e paesi, Firenze, 1924 (« Viaggio 612 —