I centri universitari alla loro volta furono affiancati e aiutati nell’opera di avviamento e di coordinamento da varie istituzioni private o da enti statali che si interessavano alla diffusione della conoscenza della cultura slava. Di quanto abbiano contribuito a quest’opera 1’« Istituto per l’Europa Orientale » di Roma e (per la polonistica) 1’« Istituto Attilio Begey » di Torino, si è già detto precedentemente. Qui, per non fare torto alla storia, vorremmo ricordare ancora gli « Istituti di cultura fascista » (di Roma, Milano, Padova, Trieste, ecc.), i quali in determinati momenti, sia pure a fini politici, seppero fare uno strappo al loro programma di edificazione nazionalistica e nelle loro manifestazioni culturali inclusero anche conferenze su argomenti slavi, perorando reciproci interessamenti e avvicinamenti. Naturalmente molto più durevole e proficua fu l’opera svolta per creare delle piccole o grandi biblioteche specializzate, valendosi, oltre che del mercato librario, anche della generosità di governi e di istituzioni scientifiche slave, specialmente della Polonia e della Cecoslovacchia che mandavano copiosi doni di libri. Si creò così il ricco patrimonio mi cento anni, Roma, s. a. (1940) da Un secolo di progresso scientifico italiano : 1839-1939, della « Società italiana per il progresso delle scienze » e secondo i più recenti sviluppi e accertamenti, presentavano il seguente quadro : all’università di Roma un posto di ruolo per la lingua e letteratura polacca (Maver), un posto di ruolo per la lingua e letteratura russa (Lo Gatto), un incarico di filologia slava (Maver), un incarico di lingua e letteratura cèca (Giusti), vari lettorati di lingue slave facenti capo a un « Istituto di filologia slava »; all’Università di Padova col suo « Istituto di filologia slava » un posto di ruolo per la lingua e letteratura serbo-croata (Cronia), un incarico di filologia slava (Cronia), un lettorato di russo e, sospeso, quello di cèco e slovacco (alla « Scuola storico-filologica » della stessa università un incarico di paleografia slava : Cronia); all’Università di Bologna un incarico di filologia slava (Cronia); all’istituto Superiore Orientale di Napoli corsi di russo, ucraino, polacco, cèco, serbo-croato, bulgaro; all’istituto Superiore di Economia e Commercio di Venezia un incarico di letteratura russa (Gasparini) e un corso di serbo-croato ripreso dal prof. Cronia qualche anno dopo la morte del compianto prof. Res; all’Università di Trieste corsi di russo, cèco e serbo-croato; all’Università di Torino, al suo « Istituto A. Begey » corsi di russo. Per vedere poi quanto incremento questi studi slavistici abbiano avuto in seguito, cfr. le note succinte di G. Messina, Gli studi slavistici in Italia dal 1941 al 1946 in Rivista di letterature moderne, III (1948), f. 1-2, e il quadro di A. Cronia, Slavonic Studies in ltaly in The Slavonic Review, XXVI, n. 66, nov. 1947. Si fa presente però che questi quadri o bilanci riescono molto instabili perché essi cambiano di anno in anno; restano immutate le cattedre di ruolo e certe cattedre per incarico, ma variano invece altri incarichi e lettorati a seconda, soprattutto, degli insegnanti, di cui si dispone. 652 -