degli Slavi e nella Polonia, di cui era amico e ammiratore (1), vedeva P« antemurale contro il moto lentamente invasore della potenza moscovita » e nei Serbi e Croati scorgeva non dei nemici da combattere, ma i migliori alleati e amici di un’Italia libera, pensò di trarre vantaggio dalla politica semineutrale e subdola deH’Austria (che doveva diventare una « longa manus » della Germania o rinunciare al predominio tedesco) e di volgersi verso gli Slavi. Perciò, pur volendo ricorrere a forze positive e a elementi concreti, offerti dalle condizioni politiche dell’Europa, e pur considerando le eventuali insurrezioni dei popoli soggetti all’Austria più come agenti cooperanti e subordinati che non come finalità principali della sua azione, reputò necessario un accordo con Slavi e Magiari e incaricò il rappresentante sardo a Belgrado di agire in tale senso e non disdegnò nel 1859 e 1860 il piano già formulato da Mazzini, Gioberti, Garibaldi e da rivoluzionari antiaustriaci, polacchi, ecc. di una sollevazione simultanea contro l’Austria in Italia e in Ungheria, Croazia, Slovenia, Serbia, Dalmazia. Se realismo politico, forze maggiori ed una giusta valutazione delle disponibilità sue ed altrui lo distolsero dalla realizzazione di questi progetti come dall’aggregazione delle legioni polacche alle armate piemontesi, restò sempre ferma in lui l’idea di arginare l’espansione russa in Europa e di vivere invece in buon’armonia con gli altri Slavi. Di qui l’atteggiamento elastico di fronte alla questione adria-tica, quale risulta nel memoriale del Salvagnoli a Napoleone III e nella lettera diretta a Lorenzo Valerio (2). (1) Di Cavour, che conosceva e apprezzava molti Polacchi ed era ammiratore di Mickiewicz, le cui lezioni al « Collège de France » aveva seguito con entusiasmo, va famosa l’esaltazione della Polonia e di Mickiewicz fatta nel discorso del 20 ottobre 1848 alla Camera dei Deputati. Cfr. C. Matter, Cavour, Op. cit. I, 274. (2) Cfr. A. Anzilotti, Italiani e Jugoslavi nel Risorgimento, Op. cit. 27 ss.; L. Chi ala, Lettere edite ed inedite del Conte di Cavour, Torino, 1883; Id., Politica segreta di Napoleone 111 e di Cavour in Italia e in Ungheria, Torino-Roma, 1895; F. Ruffini, L’insegnamento di Cavour, Milano, 1916. Cfr. in particolare gli studi recenti di V. Tamborra: Progetti e idee per una confederazione danubiana balcanica (1848-1861) in La comunità internazionale, 1950, n. 4; Questione italiana e questione rumena nella politica di Cavour in Archivio storico italiano, 1950, f. II; Cavour, i Croati e il confine orientale (J850-186I) in Nuova Antologia. dicembre 1950; La politica serba del Regno di Sardegna (1856-1861) in Rassegna storica del Risorgimento, 1951, n. 1; Processo nazionale e lotta religiosa in !'■' garia: la politica di Cavour (1856-1861) in Rivista di studi politici e interna- 0 nali, 1950, n. 2, e il volume conclusivo Cavour e i Balcani. Torino, 1958. 394 —