vuole essere informato e informare. Avendo consultato « Itinerari) » di « molti Autori » ed avendo « ritrovato in pratica le cose assai diverse da quelle che si mettono », sentì il bisogno di dare informazioni esatte e precise e copiose in modo da soddisfare non solo chi correva la Posta, ma anche chi voleva « viaggiare con ogni comodità ». Di qui le sue « istruzioni generali » che hanno scopo pratico e rivelano buona conoscenza della rispettiva materia. Incomincia egli con una « divisione » o descrizione altamente elogiativa dell’Europa che è detta « regina del mondo ». Man mano passa in rassegna tutti gli stati d’Europa e dà quelle informazioni che sono necessarie — per ben conoscerli e per bene viaggiarli — dall’aspetto del luogo, alle poste, monete, dogane, ecc. La Boemia sta al centro dei paesi slavi perché « a Praga si rimettono lettere per un’infinità di luoghi sino alla Bulgaria ». Vi figura la Russia con chiari e precisi tratti del suo territorio, ma vi mancano istruzioni particolari perché probabilmente l’autore non aveva avuto informazioni dirette o esperienze personali. Grande rilievo vi ha invece la Polonia, le informazioni della quale scendono fino ai minimi particolari delle visite doganali e delle spese di vitto. Il polacco inoltre figura tra le cinque principali lingue d’Europa — assieme al francese, allo spagnolo, al tedesco e al turco — delle quali l’autore compila un frasario o un dizionarietto delle « parole più necessarie per chi viaggia ». Le parole sono trascritte « nella maniera che più s’adatta all’intelligenza degli Italiani, ed al suono della pronunzia, e non secondo le regole dello scrivere », in una specie cioè di ortografia fonetica. Certi fonemi, naturalmente, non hanno 1 loro grafemi, le enclitiche o le proclitiche si confondono o si fondono con le parole toniche, ma, in complesso, il ripiego è scusabile, e si ha, per esempio, cita dobra draga? per è buona strada questa?, golombienta per piccione, locci per barca, ecc. Ci sono poi idiotismi o voci dell’epoca (poctars e corriere per corriere, fulejca per minestra, ecc.) che rendono oggi doppiamente interessante il testo polacco. Comunque ci si trova di fronte sia ad un primo rudimento di vocabolario italiano-polacco ui pieno Seicento, sia all’archetipo delle « guide » moderne (e lo dice anche il suo formato tascabile). Buon indizio ed auspicio di quell’esotismo che incontreremo nell’età successiva, quando l’Europa sarà piena di Italiani (1). (1) Ci saremmo aspettati di più da quel grande uomo d’arme e di scienza che era il conte Luigi Ferdinando Marsili, il quale soprattutto per smania di 258 -