Interessanti pure le istruzioni che vi si accludono per gli ambasciatori o nunzi destinati in Moscovia. Vi trovi la Russia di allora, senza veli e senza illusioni, e vi trovi un autentico codice o galateo diplomatico di marca controriformistica. Ma l’impressione generale che della Moscovia ne ritrae il Possevino è in buona parte quella che gli ha lasciato la storiografia rinascimentale, per cui egli guarda alla Moscovia come a stato sorto ai margini dell’Europa, con forti sostrati scitici e adstrati tatarici. E questa impressione per forza di cose durerà a lungo (1). Infatti nuove pubblicazioni informative sulla Russia, cioè sulla Moscovia, si fecero attendere a lungo, per quasi un secolo, lasciando posto libero, come per la Polonia, a brevi o anche a lunghe relazioni particolari di singoli fatti o di persone. Fu solamente ai tempi di Pietro il Grande, quando l’Europa sbalordita guardava al prodigio russo, che anche in Italia si sentì il bisogno di guardare alla Russia con altri occhi. Naturalmente si guardò soprattutto al grande imperatore e si ebbero particolari pubblicazioni. Per le opere di informazione generale si ricorse nuovamente, come per la Polonia, agli stranieri (2). Sorse così a Padova, nel 1680, l’edizione scorretta di De rebus Mo-scoviticis di Giacomo Reutenfels (3), il quale, come già è stato detto, (1) Per completare le nostre impressioni sulla cultura slava del Possevino, almeno per quanto riguarda le opere sue edite, si tenga presente anche che nell’Ap-paratus ad omnium gentium historiam, Roma, Venezia, 1597 e nella versione italiana Apparato all’historia di tutte le nationi, Venezia, 1598, che è un avviamento allo studio della storia, ci sono informazioni bibliografiche sulla Boemia, Slesia, Moravia, Polonia, Rutenia e Moscovia, Illiria e Schiavonia, con Piccolomini, Confini, Giovio alla testa. Assieme ad essi sono citati singoli autori slavi (Giovanni vescovo Olomoucense, Giovanni Dubravio, Cromerio, ecc.) che il Posse-vino avrà avuto occasione di conoscere durante i suoi viaggi, che compresero anche Praga, Pilsen, Olomouc. Ne 11 soldato cristiano, Venezia, 1604, che è una specie di codice o regolamento militare per i « capi dell’esercito cattolico » e per " chi desidera sapere i mezzi per acquistar vittoria contra Heretici, Turchi... », e