e poesie, che, in gran parte, restarono inedite ai tempi loro, ma che rivelano una mente elevata e una fine cultura di schietta marca umanistica (1). Vi primeggiano le relazioni o le storie di fatti, cui l’autore prese parte attiva o dei quali si interessò in modo particolare, e vite e storie di personaggi, cui egli si sentiva legato per varie ragioni. La storia è ristretta, nelle sue linee essenziali, all’epoca contemporanea all’autore e a pochi episodi salienti. Questi alla loro volta sono subordinati alla glorificazione di singoli personaggi e tradiscono gli intenti encomiastici, i modi celebrativi, cui la lira e la prosa degli umanisti erano pronte e abituate. Ma al centro di tutto è la Polonia: la Polonia pia con il carme saffico In vitam gloriosissimi martyris Sancii Stanislai; la Polonia dotta con panegirici De vita et moribus Gregorii Sanocensis e Vita et mores Sbignei Cardinalis, che sono atto di adulazione e di encomio, ma annunciano la biografia moderna; la Polonia politica, infine, con orazioni, relazioni e storie, che sanno di ambizione personale, ma restano buone fonti di informazione storica. Così se, per esempio, la Historia rerum gestarum in Hungaria et contra Turcos per Vladislaum Poloniae et Hungariae Regem (2) sembra o è scritta a mo’ di apologia di Ladislao III per illustrare la sua eroica ma triste fine nella fatale battaglia di Varna contro i Turchi nel 1444, in compenso, specialmente nella prefazione, è un panorama di storia polacca di quei tempi e un quadro delle prime occupazioni turche, di cui furono vittime anzi tutto gli Slavi più vicini. Così Ad Innocentium Vili de bello Turcis inferendo ora-tio (3) è, sì, l’orazione tenuta a Roma dal Callimaco che si concentra nel perorare la guerra ai Turchi, ma è tutta un riassunto della storia della Polonia — dai primi moti migratori degli Slavi — è un bilancio del suo stato attuale, è un incensamento alla sua potenza, cui fa riscontro la (1) Ricordate, con la rispettiva bibliografia, da G. Korbut, Op. cit. I, 45. Da aggiungere un trattatello di rettorica recentemente scoperto da K. Kumaniecki, 0 odnalezionej retoryce Filipa Kallimacha, Varsavia, 1948. (2) Altri suoi titoli: Historia de rege Vladislao seu clade Varnensi, De rebus a l ladislao, Polonorum atque Ungarorum rege gestis, Historia imperii et necis 1 ladislai Jagellomdis. La prima ed. è del 1519, Augustae Vindelicorum, la seconda è del 1556, Basileae, ne seguono altre 10 e traduzioni polacche. Cfr. C. Zìbrt, Op. cit. Ili, I; n_ 2908 che è più esatto ed esauriente di G. Korbut, Op. cit. I, 46. (3) La I edizione è del 1519, Hagenoae, la seconda di Cracovia del 1523, ne seguono tante altre. — 91