avere uomini ben temprati, sicuri e atti a questa missione, bisognava creare dei centri di preparazione. Si poteva, sì, ricorrere all’opera di sacerdoti italiani, ma bisognava insegnare loro la lingua, di cui si sarebbero potuti valere nel loro apostolato. Al contrario ci si poteva servire, sì, di sacerdoti slavi, ma bisognava impartire loro scrupolosi insegnamenti dominatici e curarne scrupolosamente l’educazione religiosa. E si provvide a tutti e due i casi. Di qui il sorgere di appositi collegi, sodalizi e seminari (1). Sorse così nel 1580 e andò avanti fino al 1782 il Collegium lllyri-cum di Loreto, che addestrò ottimi missionari, fu feconda palestra di sacerdoti « illirici » ed ebbe quegli ottimi maestri che furono il dalmata Cassio (Kasic) o il pugliese Micaglia. A Roma per gli uniati si ebbe il Collegium Graecum, nel quale si cimentò il già ricordato e famoso gesuita croato Krizanic, e si istituì nel Collegio Romano dei Gesuiti una speciale Accademia linguae illyricae, per la quale il Cassio scriverà la prima grammatica della lingua serbo-croata. A Bologna c’era già dal 1552 o 1553 un Collegium Ungaro-Illyricum fondato da Paolo Zondino (Szondy), canonico di Zagabria (2). Più tardi e per breve tempo funzionerà un Collegio analogo a Pavia (3). E posti per sacerdoti slavi ci furono nei Seminari o Collegi di Bari, Lecce, Firenze, Fiesole, Fermo, Venezia, ecc. (4). Erano tutti piccoli o grandi vivai, da cui uscivano abili e ferrati missionari, che avevano una perfetta educazione cattolica e maneggiavano a perfezione la lingua del loro apostolato. Alla lor volta gli Slavi che scendevano e si fermavano in Italia avevano a Roma i loro nuclei, gli istituti o ospizi. Funzionava in pieno per i Boemi il Collegio o Ospizio cèco, fondato, come abbiamo già visto, ai tempi di Carlo IV. I Polacchi per merito del vescovo loro Hosius (1) Per tanto cfr. J. Radonic, Stamparije i s\ole rims\e \urije u Italiji i juinoslovenskjm zemljama u XV11 ve\u, Belgrado, 1949. (2) G. Patacic, Gloria Collegii Ungaro-lllyriei Bononiae fundati, Bologna, 1699; V. Klaic, Pavao Zondinus i osnuta\ ugars\o-ilirs\og \olegija u Bologni god. 1553 in V jesni\ Hrvats\og Zem. Ar\iva, XIV. (3) O. Màrfey, Contributi alla storia del Collegio Germanteo-Ungarico di Pavia in Aevum, XIII (1939). (4) L. Von Pastor, Storia dei Papi, Roma, 1925, voi. IX, 184 et passim e ■ Stefanic, llirs\i Kolegij u Fermu in Nastavni vjesni\, XLVII. — 193 13