L’Appendini inoltre ha premesso le sue dotte e togate disquisizioni linguistiche (1) al trilingue Lexicon-Rjecsosloxje-Vocabolario latino-serbocroato-italiano e viceversa dello Stulli (2), che nella sua monumentalità (sono sei poderosi volumi!) per ricchezza di voci e di documentazione, sta ancora alla testa della lessicografia serbo-croata e nelle vicissitudini della stampa (essendo la prima parte, uscita a Budapest, dedicata all’imperatore Francesco II, e la terza, apparsa a Ragusa, al maresciallo Marmont, governatore generale delle « Province Illiriche ») rispecchia fedelmente tutto quello scambio di dominazioni e quel trapasso di idee e di uomini, che si addensarono su Ragusa dopo che le armate napoleoniche avevano violata e soppressa la sua millenaria libertà. Ragusa con ciò non veniva meno alla sua ideale missione di « tratto d’unione » adria-tico che procedeva da antichissima simbiosi italo-slava (3). Sborni\ Stati, Praga, 1929, pag. 236; J. G. Kutuzov, Knjiievni i naucni rad F. M. Appendinija in Dubrovni\, I (1929); G. Praga, Lettere di Pier Alessandro Faravia e di Francesco Maria Appendini a Niccolò Giaxich in Archivio storico per la Dalmazia, XX (1935), p. 357; A. Cronia, Contributo alla grammatologia serbo-croata, Op citS Juric, Dopisivanje Petra Stan\ovica s bracom Appendi-nijima in Anali Histor. Inst. u Dubrovni\u, 1952. (1) Pubblicate anche a parte, sono state ricordate nella sua bibliografia : De praestantia et vetustate linguae illyricae, e Dell’analogia della lingua degli antichi popoli dell’Asia Minore, ecc. (2) G. Stolli, Lexicon latino-italico-illyricum, Budae, 1801, Rjecsosloxje, Ragusa, 1806, Vocabolario italiano-illirico-latino, Ragusa, 1810. Cfr. l’articolo di B. Kopitar, O rjecni\u O. ]oa\ima Stullia in Glasni\ Dalmatins\i, Zara, 1857, n. 101; G. Marotti, Il gesuita Ardelio Della Bella, il francescano Gioacchino Stulli e i loro vocabolari in Sanctus Blasius, III (1942), 51 ss.; cfr. pure V. Bazala, Dubrovcanin dr. Lu\a Stulic (Stulli) in Republi\a, IX (1953), n. 7-8. Sulla passione e attività lessicografica a Ragusa fa luce anche l’articolo di P. Mitrovic, ( etiri nepoznata dubrovac\a rjecni\a in Nastavni Vjesnil{, XVII (1909), 523. (3) Un altro italiano che vivendo a Ragusa si appassionò a quella letteratura, 11 Niccolò Udina Algarotti da Veglia (t 1826), il quale si era proposto di tradurre in italiano e pubblicare una Antologia di poeti serbo-croati, cfr. A. Sepic, Zbor-nik, dubrovac\og pjesnistva od Krcanina Ni\ole Udine Algarottija in Nastavni V)csni\, XXXVI, 101-104. E dalla costa adriatica avremo anche altri contributi : Ln Dalmata, Niccolò Ivellio, nel 1806, sia pure esaltando Napoleone, àttera tre canti epici su II Montenegro (Venezia, 1806), che gli si voleva oppor- Ne parlò anche il Giornale dell’italiana letteratura di Padova, t. XV (1806). ^ incenzo Rakitsch, parroco della chiesa ortodossa di Trieste, traduttore — 349