economici di Venezia e assieme a vari prìncipi ingiusti, fra cui il surricordato Venceslao II di Boemia, incluse anche un principe serbo « quel di Rascia » (che non è ancora pacifico se sia stato Uros I o Dra-gutin Stefan Srijemski ») perché « ... mal ha visto il conio di Vinegia » (Paradiso XIX, 141) (1). Il verso che si presta a differenti interpretazioni per la varietà della lezione, è stato oggetto di studi particolari e nella numismatica serba resta sempre un prezioso riferimento storico (2). A parte il fatto che esso si riferisca all’uno o all’altro re serbo e voglia dire che essi hanno imitato male le monete — siano grossi o matapani — di Venezia o che male sia loro incolto per una falsificazione e adulterazione illecita delle stesse, resta fuori dubbio che Dante ebbe presente anche gli interessi finanziari di Venezia nella sua espansione economica oltre Adriatico e ne notò un’interferenza serba. Agli Slavi si guardò quindi anche da un punto di vista economico in sede di alta poesia. Alla « Rascia », cioè alla Serbia, ci porta infine una specie di « romanzo storico » che comunemente si attribuisce ad un personaggio cospicuo, a Bosone da Gubbio, che, fra l’altro, fu nel 1327 vicario di Lodovico il Bavaro e nel 1337 senatore di Roma. E’ quella goffa e scipita e incompleta compilazione di frammenti di opere varie che s’intitola L’avventuroso Ciciliano o Fortunatus Siculus (3) e che narra le avven- (1) Ma, secondo altre lezioni, il verso potrebbe sonare anche : « che male aggiusta il conio di Vinegia ». (2) In sede numismatica ne hanno parlato G. Zanetti, De nummis regum Mysiae seu Rasciae ad venetos typos percussis commentariolum, Venetiis, 1750; B. Nani, De duobus imperatorum Rasciae nummis, ib. 1750; V. Lazzari, Le monete dei possedimenti veneziani d’oltremare, Venezia, 1851; S. Ljubic. Opis ¡ugoslavens\ih novaca, Zagabria, 1875 ecc. Per la letteratura interessano Ferrari-Cupilli, Sul regno di Rascia, e i suoi grossi o matapani d’argento alterati in Saggi di critica storica e letteraria di Angelo Nani, Zara, 1875 e, soprattutto, V. Brunelli, Illustrazione storica a Dante Div. Com. Par. XIX 140-141 in Programma dell'l. R. Ginnasio Superiore di Zara, XVII (1899). (3) Pubblicato dall’inglese G. F. Nott, Bosone da Gubbio, Fortunatus siculus ossia l’Avventuroso Ciciliano, Firenze, 1832, e in ristampa, Milano 1833, voi. 321 di «Biblioteca scelta di opere italiane antiche e moderne ». Cfr. pure G. Mazzantini, Bosone da Gubbio e le sue opere in Studi di filologia romanza, I (1884). 58 -