Considerati a parte gli Slavi meridionali nelle loro formazioni statali e nei loro raggruppamenti etnici, ecco i Bulgari, che fino ad ora erano passati quasi inosservati, diventare oggetto delle nuove pubblicazioni e cattivare facili simpatie. Cerano uomini di stato come Crispi, che di queste simpatie non facevano mistero. Cerano Italiani che in Bulgaria s’erano resi altamente benemeriti, come quel console che nei 1878 aveva salvato Sofia dalla distruzione dei Turchi, o come monsignor Reynaudo che era stato presidente del primo parlamento bulgaro e per la sua opera di conciliazione fu detto l’apostolo della Bulgaria (1). Ma era la Bulgaria stessa che — come disse il Mantegazza — faceva « stupire il mondo con le sue fulminee vittorie », conducendo i suoi eserciti « fino sotto le mura di Costantinopoli e obbligando la Turchia a implorare la pace » (2). Varie le notizie su questa « rivelazione » slava che lo Scarfoglio poeticamente denominò « paese delle rose » e Mantegazza, più tardi ed epicamente, dirà « grande ». Naturalmente appassionano le sue guerre, e man mano che vi si guarda più addentro, vi si delineano tutta la sua storia — Carrera addirittura nel 1888 scrive una prima Storia della Bulgaria — la sua situazione politica, l’organizzazione interna, l’istruzione pubblica, il culto religioso e le relazioni con la Chiesa cattolica, la questione della Dobrugia o quella più ardua delia Macedonia, dalla quale però, serenamente, non si escludono le aspirazioni e i diritti della Ser- F. Aveta, Gli stati balcanici e la guerra turco-greca del 1897, Torino, 1897; G. Marcotti, UAdriatico orientale, Firenze, 1899; C. De Stefani, Viaggio nella penisola balcanica. Roma, 1896; Id., Albanesi, Slavi e Italiani sull’Adriatico, Na poli, 1901; F. Musoni, Il nome della penisola balcanica, Udine, 1904; Id., La pe nisola balcanica e l’Italia, Firenze, 1904; G. Amadori Virgili, La questione ru meliota (Macedonia, Vecchia Serbia, Albania, Epiro) e la politica italiana, Biton-to, 1908; V. Mantegazza, Op. cit. (omettiamo altre sue pubblicazioni sulla pe nisola balcanica che non svolgono direttamente temi slavi, quali, per es., La Ru menia e la guerra balcanica, Roma, 1913, La Turchia liberale e le questioni bai caniche, Milano, 1908, ecc.); E. Barbarich, Considerazioni sulla guerra nei Balcani, Roma, 1913; C. Cattapani, L’Italia nei Balcani, Napoli, 1913; E. Castellini, 1 popoli balcanici nell’anno della guerra, Milano, 1913; I. Benci venni, La guerra degli Stati balcanici contro la Turchia, Firenze, 1913; — L*‘ guerra nei Balcani. Cronistoria della guerra degli Stati balcanici contro la lw chia, Milano, Milanesi, 1913; — Insegnamenti tattici della guerra balcanica, R° ma, Voghera, 1913; — La tattica bulgara nell’ultima guerra, ibid. 1913. (1) St. Grande, Mons. Fr. 1. Reynaudo, l’apostolo della Bulgaria, Torino, 1934 (2) V. Mantegazza, La grande Bulgaria, Roma, 1913, p. 9. 496 —