Al di là della vita contingente, reale o romanzata, anche la letteratura russa, con il suo grande Dostoevskij, ha le sue ripercussioni. E’ Luigi Ambrosini che nel 1923 appresta una riduzione de L'Idiota per il teatro italiano. E’, di lì a poco, lo stesso Idiota, con lo stesso tìtolo, che diventa dramma originale di Cesare Lodovici, la cui perizia teatrale, però, non riesce a celare palesi consonanze con l’omonimo romanzo di Dostoevskij o, nei momenti suoi più ossessivi, con il trasognato riima del teatro di Cehov. Sono ancora Pirandello, Tozzi, Borgese (1), Deled-da, Moscardelli, Cicognani, Betti, Fracchia, Svevo e altri che attingono, in modi più o meno scoperti, all’opera inesauribile del grande romanziere russo e ne traggono temi, esperienze, problemi che si perdono in involute introspezioni o si risolvono alla superficie in trovate stilistiche (2). Stravagante il caso di Luigi Bonelli che con la maschera di un misterioso scrittore russo, Wassili CetofT, esule e perseguitato politico, mette in sussiego la critica e fa breccia nel teatro grottesco arieggiando An-dreev e Cehov, come rivela il suo Storienkfi (3). Motivi o argomenti polacchi — per lo più di guerra o di letteratura — affiorano in liriche frammentarie e contingenti, in grigie prose narrative o in falliti tentativi drammatici, in gran parte di marca straniera e lontani dal Parnaso contemporaneo d’Italia (4). diario dell’occupazione tedesca del Friuli con truppe cosacche dall’ottobre 1944 al maggio 1945. (1) Della sua conoscenza della letteratura russa fanno fede anche le tre « serie » di storia e critica (1910 e 1911-1913) de La vita e il libro. (2) Rimando all’Op. cit. della Guarnieri Ortolani e ricordo ancora, da lei non presa in considerazione, la Città di M. Dazzi, Milano, 1936, che arieggia Dostoevskij di Delitto e castigo. (3) Cfr. C. Pellizzi, Le lettere italiane del nostro secolo, Milano, 1929, pagg. 377 e 440. (4) I romanzi di A. La Mothe (Il calvario di una sposa. Riduzione dal romanzo «1 martiri della Siberia», Torino, 1940), di Sz. Asz (Varsavia, Milano, 1936 e 11 diluvio, trad. dal tedesco del prof. A. Treves, Milano, 1937) e il « dramma storico per soli uomini » di M. Gays (L’onore dell’esule o il nome redento, Roma, 1938) riportano ai tempi delle rivoluzioni polacche. Fanno loro eco i versi su Nullo di G. Bertacchi in Riflessi di orizzonti, Milano, 1921, e le liriche di G. De Angelis (Tina Doria), Giuseppe Pilsuds\i e l’eroica Polonia, Roma, 1932. Sienkiewicz ispira nuove edizioni o riduzioni in versi e in prosa del Quo vadis? o di qualche sua novella come : L. Pizzirani, « Quo vadis? » e nuove poe- - 643