Si distinguevano essi in singole imprese guerresche contro i Turchi, per cui Roma, Venezia, Vienna, Budapest li seguivano con particolare compiacenza. Ci fu d’altra parte la campagna degli uscocchi in Adriatico che intorbidì le acque e preoccupò e infastidì Venezia. Ma più di tutti se ne interessò Roma per il compimento dei suoi piani controriformistici. ha Controriforma In generale potremmo dire che in questo lungo periodo, che va avanti per circa due secoli, l’epicentro dell’interessamento italiano al mondo slavo sia stata la Chiesa di Roma con lo spirito e l’opera della Controriforma. I fini, per vero, non furono sempre ideali, ma i mezzi e gli esiti furono veramente soddisfacenti. Inutile rievocare qui tutta la sua storia e tutta la sua fisonomía, tutto il rinnovamento che dallo storico ed interminabile concilio di Trento (13 dicembre 1545 - 4 dicembre 1563!) derivò all’intero organismo ecclesiastico e cattolico, e in genere al ritmo della vita materiale e spirituale in Italia e all’estero. A noi interessano le cause, che indussero la Chiesa di Roma ad occuparsi di più degli Slavi, e gli effetti che ne conseguirono. La Controriforma fu indotta già dalla stessa Riforma a irredre nella propria azione anche gli Slavi perché i Luterani erano riusciti a fare molte brecce e molte conquiste fra Polacchi, Cèchi, Slovacchi, So-rabi della Lusazia, Sloveni, Croati, e tutto questo territorio bisognava riconquistare, « expurgare » e consolidare. Non solo! Ma repressa o rintuzzata l’azione luterana ai confini del cattolicesimo, e riaffacciatasi nelle sue nuove possibilità ed in nuove realizzazioni l’idea tradizionale della « Universalitas », si cercò di penetrare nel dominio chiuso dell’ortodossia e deH’islamismo e in tale senso si svolse un’azione veramente meravigliosa. L’idea di riconciliare o riconquistare la chiesa greco-ortodossa-slava è antica quanto lo scisma che la provocò. Roma l’aifrontò in partenza già ai tempi di Giovanni Vili e più e più volte nel corso dei secoli successivi la riprese, come abbiamo visto, nei rapporti che nel Melio Evo intercorsero tra la Chiesa di Roma e la Bulgaria, la Serbia e la Russia. Nel periodo della Rinascita i tentativi furono rinnovati, come ce lo comprovano i concili di Firenze e di Ferrara negli anni 1438-1442, dove 182 —