riportino in patria tutto un corredo ricchissimo di cognizioni e di impressioni. Se ne avvantaggia il gusto dell’esotismo (1) e con esso le pubblicazioni riferentisi agli Slavi. Culto della poesia popolare e breccia del Fortis Nota caratteristica del rinnovamento italiano è anche lo studio delle tradizioni popolari e il culto della poesia popolare, che preparano l’estedca romantica della « poesia di natura » e della letteratura popolare, nazionale. Comunemente si dà lode a Herder di aver sostenuto, di fronte alla universalità del classicismo, i diritti delle letterature nazionali e di avere scoperto e rivelato all’Europa, nel 1774 o nel 1778, le « Voci dei popoli », o i loro « Volkslieder ». Per quanto però riguarda l’Italia e gli Slavi la cosa è diversa. Qui già prima di Herder agivano le profonde vedute del Vico sulla natura della poesia in relazione a società eroiche o barbare, e al patrimonio delle Muse popolari si guardava con criteri o intenti già essenzialmente romantici. Qui già prima che si conoscesse il famoso raccoglitore tedesco, il Cesarotti amava la poesia popolare e primitiva, studiava e traduceva canti ebraici, e Omero, e Ossian (1763) e cercava antiche poesie spagnole e perfino canti popolari messicani e lapponi. Qui, prima di Herder, sorgeva dall’estetica del Vico e alla scuola del Cesarotti, colui che può essere considerato il primo e fortunato scopritore e rivelatore della poesia popolare serbo-croata: il Fortis (2). (1) Un bilancio generale è offerto da G. Natali, Op. cit., 570 e ss. Cfr. la sintesi di G. Sgrilli, Viaggi e viaggiatori italiani nella seconda metà del Settecento in Miscellanea di studi critici in onore di Guido Mazzoni, Firenze, 1907, voi. II. (2) Del resto già l’Arcadia aveva dimostrato tenerezza per la poesia popolare, dialettale, e, per influsso suo, in Dalmazia il poeta raguseo Ignazio Giorgi (Bordic) aveva tradotto in serbo-croato varie poesie della raccolta « Musa siciliana », e altri arcadi ragusei, quali Giorgio Mattei (Matijasevié), morto nel 1728, Giuseppe Betondi (Betondic) e altri avevano incominciato a raccogliere poesie popolari serbo-croate, di cui hanno lasciata una prima, incompiuta raccolta. Ma M tratta di voci isolate, di tentativi che si circoscrivono nel tempo e nello spazio oltre i confini d’Italia e oltre che incompiuti sono rimasti anche inediti. Per la n' 'lutazione del Fortis e della sua epoca cfr. invece A. Cronia, Preromanticismo 'taliano - Alberto Fortis - Poesia popolare serbocroata in Prilozi za \njizevnost, lez‘k. istoriju i fol\lor, XVIII (1938), f. 1-2 e Nel cinquantesimo anniversario del- morte di Alberto Fortis, Padova, Accademia, 1954. > — 303