Si tratta cioè di quell’abate padovano Alberto Fortis che ai tempi suoi passava — come disse Carlo Denina — per il primo naturalista d’Italia; i posteri però lo considerarono un ingegnoso giornalista e poligrafo c oggi va noto soprattutto per i suoi libri di viaggio e per le notizie che dà sugli Slavi della costa adriatica (1). Avviato agli studi letterari dal Cesarotti, che fu uno dei più « vichiani » spiriti del preromanticismo italiano, ebbe grande passione benché naturalista, anzi geologo, per la letteratura; pubblicò versi originali o tradotti da varie lingue (2), colla-borò a giornali di carattere, soprattutto, enciclopedico, che riferivano di cose straniere (3) ed ebbe contatti e carteggio con numerosi studiosi ita- (1) Il Fortis è nato a Padova nel 1741, vestì l’abito agostiniano, ma amante della vita galante e degli studi profani, riebbe la libertà da Benedetto XIV e restò semplice abate. Viaggiò molto per fini scientifici e, per soverchia libertà di costume e di linguaggio, invano aspirò a una cattedra universitaria. Perché seguace delle nuove idee, lasciò l’Italia e nel 1797 si recò a Parigi, donde fece ritorno in patria dopo la battaglia di Marengo, stabilendosi a Bologna, dove fu prefetto della Biblioteca e dove morì nel 1803. Opere sue principali oltre a quelle che citeremo successivamente : Delle ossa d’elefanti e d’altre curiosità dei monti del Veronese (1786), Viaggio mineralogico nella Calabria e nella Puglia (1784), Mémoires pour servir à l’histoire naturelle et principalement à l’oryctographie de ¡’Italie (1802). Scarsa e antiquata la bibliografia italiana, che parte da un elogio accademico di C. Amoretti, Elogio letterario di Alberto Fortis, Verona, 1809 ed è riassunta dal Natali nel suo poderoso II Settecento, I, 252. Se ne occuparono di più gli Slavi in opere che si riferiscono sopra tutto alla loro poesia popolare e che interessano meno il nostro argomento. Per tanto si ricordi : P. Kasandric, Kacicev « Razgovor ugodni » u drugoj polov. XVIII v. in Glasni\ Matìce dalmatins\e, III (1903), II, 119 nota 122 e ss.; V. M. Jovanovic, Deux traductions inedites d’Albert Fortis in Archiv ftir slav. Phil. XXX (1909), 586; M. Murko, Domovina Hasanaginice in Goethùv SborniiPraga, 1922; M. Sakulac, Alberto Fortis > Hasanaginica in Letopis Matice srps\e, v. 139, pag. 356; M. Stojkovic, Morla-\izam in Hrvats\o \olo, X, 254; A. Vaillant, Vu\ Karadzic et l’Hasanaginica in Revue des études slaves, XIX (1939), 87; Z. Muljacic, Iz \orespondencije Alberta Fortisa in Grada 23 (1952) dell’Accad. Jugosl.; P_. Maixner, Fortisovo putovanje po Hrvats\om Primorju in Hrvats\o \olo, V (1952), n. 3. Per la rimanente bibliografia cfr. A. Croma, Op. cit. dell’Accademia di Padova. (2) I versi non furono pubblicati in raccolte portanti il nome dell’autore, ma in raccolte di vari autori e soprattutto nell ’Anno Poetico, ossia Raccolta annuali di poesie inedite di autori viventi, Venezia, negli anni V-VII (1797-1800). Sono in gran parte versi d’occasione. (3) Più precisamente in Giornale d’Italia; Nuovo Giornale d’Italia; Magagno italiano; L’Europa letteraria; Giornale enciclopedico; Nuovo Giornale encic o pedico; Il genio letterario d’Europa : tutti di Venezia. 304 -