Meno immediati nel tempo (risalgono agli anni 1690, 1693, ecc.) e nella ispirazione furono singoli sudati poemi o poemoni e poemacci eroici che coglievano la vittoria di Vienna mentre essa era già passata alla storia e dei quali si potrebbe dire quello che il cavaliere Marco Rossetti disse della sua «Sacra Lega » : « non può esser che debole parto di mente concepita negl’errori fino nell’utero materno ». Siamo sulla scia deformante della « Gerusalemme Liberata », il fatto storico si perde quindi in eterogenei episodi marginali, con allusioni bibliche, con orpelli mitologici, con allegorie non sempre trasparenti e con le solite peripezie romantiche. Vi intervengono quindi santi e demoni, Ruggeri e Alcine, eroi e cavalieri d’ogni categoria. I fuochi hanno sudato a preparar metalli, direbbe un secentista, ma all’arte è mancato il suo vero crogiolo. Sobieski però ha avuto il riconoscimento che ben si meritava. Egli vi figura inaureolato della luce dell’« Invittissimo », del « Liberatore », del « celeris victor », del « Sarmata trionfante », del « terror coronato », di Giove, Marte, Ercole, Alcide e via dicendo. Sia che il popolo bonariamente lo immagini come il bolognese Lotto Lotti: Quel gran Ré, ch’ai su nmigh porta al malann, Chi, pr dir chci l’è, basta sol dir, ch’è Zuan (1), sia che lo si faccia agire per conto del Signore e sia che — come vuole Marco Rossetti — gli piovano lettere e angeli dal cielo per ispirarlo alla alta impresa, i suoi celebratori non solo lo colgono nelle fasi salienti delle operazioni guerresche, ma vedono in lui anche il campione della « virtus » latina, il quale ha definitivamente respinto un pericolo che minacciava la stessa Italia, ché: Già VOttomano infido tra gli acquisti futuri registrava l’Italia, e per la chioma già la sorte fedel tenea di Roma (2). Fu così che la glorificazione di Sobieski assunse toni di apoteosi, e parafrasi di salmi a lui inneggianti rasentarono il sacrilegio e anzi che «■Te Deum laudamus » (1) L. Lotti, Op. cit. canto I, stanza XXXIII. (2) G. M. Meloncelli, La pietà trionfante per la liberazione di Vienna, ecc. Roma, 1683. 268 —