nomastica francese (1), ha preso familiarità con tutte le lingue e letterature slave — addirittura ha tentato un panorama delle letterature slave nel secolo XIX — specializzandosi però nel serbo-croato e nel polacdo, della cui ultima disciplina è ordinario all’università di Roma dal 1929, dopo aver insegnato, dal 1920, filologia slava all’università di Padova. Delia letteratura polacca ha illustrato egregiamente lo spirito, la funzione e alcuni eminenti creatori. Nel campo del serbo-croato, più che alcune considerazioni su la fisionomia e gli orientamenti della letteratura o uno studio sulla fortuna del Leopardi e un saggio sul Vojnovic, deve essere particolarmente messo in rilievo lo studio sulla penetrazione del lessico latino-italiano nei territori slavi d’oltre Adriatico, studio del quale il Maver ha fissato criteri e metodi e del quale ha già dato alcune prove che, per la slavistica italiana, sono novità assolute e, per la linguisdca slava, sono nuovi acquisti (2). E più che alcuni, direi contingenti, ma
   (1)	Hans Maver, Einfluss der vorchristlichen Kulte auf die Toponomasti\ Fran\reichs, Vienna, 1914 nei « Sitzungsberichte » dell’Accademia, 175. Benché giovanile, restò sempre uno dei suoi migliori lavori.
    (2)	E perciò li ricordo a parte : Intorno alla penetrazione del lessico italiano nel serbo croato della Dalmazia e dei territori vicini : criteri metodologici, Venezia, 1925, da Atti del R. Istituto Veneto di Scienze ed Arti, LXXXIV; Parole croate di origine italiana e dalmatica in Archivum Romanicum, VI, (923) fase. 2; Parole serbocroate o slovene di origine italiana (dalmatica) in Slavia, II, (1923); Intorno a due parole serbocroate della Dalmazia, ibid. (1924) f. 4; La pronunzia della ci latina nei riflessi slavi meridionali in Archivio glottologico italiano, XXIV (1930); Kanata in Slavisticna Revija, III (1950); Dal Tirreno all’Adriatico , considerazioni intorno ad alcuni termini marinareschi in Mélanges-Roques, Parigi, 1953; Kleiner Beitrag zur Lehnwort\unde Dalmatiens in Vasmer-Festschrift, Berlino, 1956. Degli altri suoi lavori in gran parte articoli e saggi, ricordo: Esiste una letteratura jugoslava? in La Cultura, II (1922); I Polacchi all’Università di Padova in L’Europa Orientale, III (1923); Ivo Vojnovic, Roma, 1924, da L’Eur. Or.; Un poeta romantico cecoslovacco : K. H. Mdcha, Roma, 1925, da L’Eur. Or.; Le letterature slave nei secoli XIX e XX. Tre lezioni tenute alla Scuola Superiore di Studi Sociali di Brescia, Padova, 1925 e in L’Europa nel secolo XIX. Pubblicazione diretta dal prof. D. Donati e dal prof. F. Carli, voi.
II,	Padova, 1927; Saggi critici su fulius Sìowac\i, Padova, 1927; Julius Slowacl{i nell’ultimo decennio, Roma, 1928; La trilogia di Enrico Sien\ienncz in Rivista di letterature slave, 1927 e, più tardi, ripetuto nella miscellanea di « Iridion », Nel Centenario di Sien\iewicz, 1846-1946, Roma, 1946; Alle fonti del romanticismo polacco, Roma, 1928, da Riv. di letter. slave; Vrchlic\y e Leopardi, Praga, 1928, da Rivista italiana di Praga; Meditazione di Lermontov, Roma, 1929; Leo pardi presso i Croati e i Serbi, Roma, 1929; Lo studio delle traduzioni come mezzo d’indagine linguistica e letteraria in Sborni\ Praci 1 Sjezdu Slovans\ych fil°-
656 —