nel 1368 fu rettore degli oltramontani a Padova. Ma tanto basta per farsi un’idea di come certi esponenti del mondo slavo anche in un temporaneo soggiorno in Italia potevano impressionare favorevolmente e interessare almeno le cerehie elette che erano loro più vicine e affini. Altri piccoli centri slavi All’infuori degli ambienti universitari ci furono in Italia anche altri piccoli, diciamoli, centri slavi che rivelano come gli Slavi sapevano organizzarsi fra loro in date circostanze e che, d’altra parte, rispecchiano nuovi interessamenti o eventuali nuovi motivi d’interessamenti italiani. Essi variano secondo le città, le epoche e gli scopi, e sono di solito episodi o fatti che si circoscrivono e si risolvono in se stessi. Sono comunque indizi nuovi o fattori integranti di aspetti e problemi che si sono già presentati sotto altra luce. Si è già visto come le colonie slave delle città italiane in Adriatico e altrove abbiano avuto le loro comunità o « fraternità » che erano riconosciute dalle autorità locali ed erano centri animati di ordinamento e coordinamento cittadino ed estero. A Venezia oltre e prima della « Scuola dalmata de’ SS. Giorgio e Trifone » che sorgerà appena nel 1431 ed avrà un carattere ibrido (1), già dal secolo XIII funzionava, istituito dalla Serenissima, il Fondaco dei Tedeschi per i sudditi dell’impero, una casa cioè, in cui i mercanti « tedeschi » potevano trovare sicuro asilo per sé e le loro merci e trattare al sicuro da ogni pericolo con compratori o venditori italiani o di altre nazioni. Cèchi e Polacchi, che facevano parte dell’impero, vi avevano la loro compagnia e perciò un « Capitolare dell’officio del Fontego » stabiliva il dazio per « Poloni et Boemi cum tute sue marchadantie » (2). Nel « fontego » tedesco i Boemi e i Polacchi non perdevano e non celavano certo la loro nazionalità, come ci comprovano i documenti del- lo stesso « fontego ». Altro carattere ebbe quella Casa o Ospizio boemo che Carlo IV fondò a Roma nel 1378. Come dice il suo nome, si trattava di un ospizio o ospedale per pellegrini, soprattutto indigenti e malati, i quali per (1) Statuto della scuola dalmata de’ SS. Giorgio e Trifone in Venezia, Venezia, 1904. (2) F. Tadra, Op. cit., 38. - 69