non ultima Venezia che cercava nuovi alleati contro i Turchi; il governo poi di Ivan IV il Terribile, la guerra con la Polonia e la Svezia gli davano altro, particolare rilievo. Era la Polonia, che, dopo aver regolato i suoi vecchi conti con l’Ordine Teutonico nella vittoriosa battaglia di Grunwald del 1410, assurgeva a lustro insolito, e, incorporata la Lituania ed esteso enormemente il suo territorio, celebrava nel secolo XVI, il suo «periodo d’oro», cui dava il suggello dell’italianità l’italianissima regina Bona Sforza, moglie di Sigismondo I nel 1518. Era la Boemia che con le sue guerre hussitiche impressionava tutta Europa. Erano infine gli Slavi meridionali che perdevano, sì, la loro indipendenza statale, ma nella lotta disperata contro i Turchi diventavano un « antemurale Christianitatis » che la cristianità non poteva ignorare, non doveva trascurare. L'Italia a tutto ciò non poteva restare indifferente, estranea, perché c’erano di mezzo interessi suoi politici, con Venezia a capo, e religiosi, con a capo Roma. Difatti le prove di questo suo interessamento si rivelarono subito e si ripercossero su vari campi. Esordio luminoso con Enea Silvio Piccolomini L’esordio fu di pretta marca umanistica e veramente splendido nel senso che umanisti togati, anzi laureati, furono i primi ad accostarsi al mondo slavo e a ritrarne le loro impressioni in opere e in modi, cui non mancò un pieno successo. Per gli alti meriti conseguiti in patria e all’estero e per ragioni cronologiche, la precedenza va a Enea Silvio Piccolomini, che è la figura più luminosa e più riassuntiva della sua epoca. Una vita movimentata e uno spirito versatile, aperto e largo, lo portarono in varie occasioni a contatti diretti o indiretti con gli Slavi che lasciarono in lui tracce profonde (1). Egli si fece notare la prima volta al concilio di Basilea nel 1432, al seguito, sì, del vescovo di Fermo, Domenico Capranica, ma approvando l’atteggiamento del partito ostile al pontefice; e, si noti bene, che la Polonia vi aveva assunto una posizione (1) Per i Polacchi cfr. I. Zar^bski, Stosunkj Eneasza Sylviusza z Pols\q i Pola\ami, Cracovia, 1939 oppure Z dziejów recepcij humanizmu w Polsce nella miscellanea Studia z dziejów \ultury pols\iej, Varsavia, 1949 e J. Sieradzckj, Wspomnienie o Piusie 11 in Odrodzenie, 22 settembre 1946; per i Boemi: A. Cronia, Cechy v dèjinàch itals\é \ultury, Op. cit. pag. 56-60; per gli Sloveni: A. Medved, Enej Silvij Pij 11 in Dom in svet, 1905. 82 -