I - SULLA VIA DELL’EROISMO ATTIVO Conseguenze del Congresso di Vienna Tramontato Napoleone e con esso le utopie dei suoi satelliti, il Congresso di Vienna del 1815 in mezzo a feste e tripudi decreto la restaurazione degli antichi governi, che l’impeto della Rivoluzione aveva travolto. In Italia si ristabilì perciò la situazione di prima salvo per le repubbliche, ché il Veneto venne dato all’Austria, Genova fu annessa ai domini sabaudi e Lucca assegnata alla dinastia borbonica di Parma. Ne restò avvantaggiata, naturalmente, l’Austria, la quale con province ricche e strategicamente forti e per mezzo dei membri delle sue famiglie regnanti nei ducati di Parma, di Modena e in Toscana poteva facilmente far sentire il suo prestigio sopra tutta la Penisola. E questo in nome di quella « legittimità », o piuttosto di quell’assolutismo cui sera ispirato il tristo mercato di Vienna e di cui sarà vindice la « Santa Alleanza » russo-austro-prussiana. Ma vano fu il ritorno alla « legittimità », vane le repressioni larvate o aperte della Santa Alleanza. L’Italia non era ormai più quella che era stata pochi decenni addietro. La corruzione, ammantata di arcadica innocenza, la leggerezza vestita di ingenuità, l’amore dei piccoli piaceri, ta galanteria esagerata fino al ridicolo, insomma la triste eredità del feudalismo medievale era ormai cancellata o svergognata dal sangue implacabile della Rivoluzione. La gioventù si spoltriva, si rifaceva animosa e audace, acquistava una coscienza nazionale e cominciava a interessarsi al problema della Patria, a discutere, studiare, combattere. 11 terreno, su cui essa procedeva, era ben fecondato dall ideale di giustizia, di eguaglianza, di libertà che i Francesi avevano recato sulla punta - 355