in Italia, nella penuria degli studi linguistici slavi (1), gli interessanti studi del Pisani e del Tagliavini, è pur sempre confortante e notevole. E per finire la rassegna degli ospiti o alleati della slavistica italiana non sia scordata la collaborazione degli Slavi stessi. Essa, per vero, come abbiamo visto, si era manifestata nelle epoche precedenti, ma è in questo periodo che si è accentuata. Caleidoscopica la schiera dei collaboratori. Sono Slavi che maneggiano bene la nostra lingua e in Italia hanno o stabile o lunga dimora e sono ben felici di poter scrivere di cose slave nell’ambito delle loro specifiche conoscenze. Sono Slavi che pur vivendo lontani da noi, seguono con simpatia l’avviamento dei nostri studi slavistici e vi collaborano in vari modi non lesinando l’opera loro. Sono Slavi che vengono direttamente invitati a collaborare, o per dirette e indirette vie offrono la loro collaborazione, specialmente tramite Ambasciate e Istituti culturali che curano lo sviluppo delle relazioni culturali e ne porgono i mezzi migliori. Sono collaboratori stabili e collaboratori di contingenza, con contributi eruditi e contributi informativi. Per gli Slavi orientali si sono resi benemeriti in certo qual modo il filosofo Boris Jakovenko, lo storico Evgenij Smurlo, il poeta Vjaceslav Ivanov e l’ucraino Euhen Onatskyj, i quali hanno lasciato delle opere pregevoli e originali di grande impegno e di grande risonanza, come i Filosofi russi, la Storia della Russia in tre volumi, la Grammatica ucraina (2) e via dicendo. Preziosa la loro collaborazione iniziale alle riviste Russia e a L’Europa Orientale. Fra i Polacchi, assieme a Loret, Koltoriski e altri, si sono distinti il Pollak, il Brahmer e il Kociemski, l’uno polonista, l’altro italianista e pubblicista il terzo, le cui opere, rivolte per lo più a questioni di reciprocità spirituale italo-polacca, sono state già in buona parte ricordate precedentemente. Fra i Cèchi, assieme al console e poeta parole marinaresche italiane nelle lingue balcaniche, Udine 1943, da Atti del IV Congresso Naz. di Arti e tradizioni popolari; La linguistica nell’Unione Sovietica, Roma s.a. (1951) da « Scienza e Cultura nell’URSS », Atti del Convegno di informazioni su recenti studi e ricerche sovietiche. Nél’Enciclopedia italiana le voci : lingue « balcaniche » e lingua « bulgara ». (1) E perciò plaudiamo alla rivista friulana Ce fas tu? che, nell’a. VIII (1933), accolse i Riflessi sloveni di consonanti palatali neolatine di Fr. Sturm nella traduzione di A. Budal. (2) Tutte queste e le opere — non gli articoli! — che seguono, sono state ricordate precedentemente. 706 —