fine della prima guerra mondiale (1), « agendo nel settore che la geografia e la storia le hanno assegnato » (2), si era dimostrata sempre più sensibile allo « studio della letteratura, delle lingue e della storia dei popoli confinanti a settentrione e ad oriente » (3). E fu una fortuna che l’incarico del nuovo insegnamento fosse affidato a Giovanni Maver, docente serio e coscienzioso, che già a inizio di carriera aveva tutte le prerogative per dare vita e lustro alla nuova disciplina; e piacque certamente la sua prolusione su Occidente e oriente fattori di progresso e di stasi nelle letterature slave. Un passo avanti verso l’inserimento degli studi slavistici nell’organismo universitario fu compiuto a Roma nel 1923, quando per interessamento del prof. T. Zielinski quella università istituì una cattedra di lingua e letteratura polacca e l’affidò al prof. Roman Pollak (4). Questa volta però, al posto di una disciplina complessa e vasta com’è la filologia slava, si diede valore alla specializzazione, cioè alla polonistica, che era anche suggello della tradizionale secolare amicizia italo-polacca, e alla quale contribuirono gli stessi rappresentanti del governo polacco in Italia. E fortuna volle che Roman Pollak, iniziatore della nuova disciplina, fosse un vero competente; egli, con intelligenza e con fede di apostolo, riuscì, in pochi anni, a gettare le basi della polonistica italiana. Lieto (1) Ma già nell’ultimo scorcio del sec. XIX s’era pensato d’istituire una cattedra di lingue slave, come mi risulta da una lettera di Giovanni Trinko del 23-X-1885 diretta a Fr. Levec e conservata — è il numero 7 — nella corrispondenza di quest’ultimo nel reparto manoscritti della Biblioteca Universitaria di Lubiana. (2) Sono parole riassuntive di un Rettore, veramente magnifico, di C. Anti nelle Relazioni del Rettore Carlo Anti e del segretario del G.U.F. Cl. Dion sull’attività dell’anno accademico 1939-1940, Padova, R. Università degli Studi, 1940.. pag. 8. (3) Sono parole di un altro Rettore : Discorso pronunciato dal Rettore prof. E. Mene ghetti, il 31 luglio 1945 per la riapertura dell’Universita dopo la liberazione, Padova, Università degli Studi, 1945, pag. 11. Cfr. inoltre G. Fabris, Gli scolari illustri dell’Università di Padova, Padova, 1941, e i riconoscimenti stranieri di M. (M. Maticetov), Pismo iz Padove in Dom in svet, 52 (1940), pag. 125 e Padova na celu slavisticnih studij v Italiji, ibid., 53 (1941), pag. 452. (4) R. Pollak, Wiedza o Polsce zagranicq. Wiochy in Oswiata i Wycho-vanie, 1932, f. 7, p. 648; E. Damiani, Gli studi polonistici in Italia tra la prima e la seconda guerra mondiale, Roma, 1941, p. 5. 650 —