Restarono pure semplice formalità il riconoscimento pontificio del titolo imperiale allo zar Simeone nel 925 e la consacrazione dello zar Pietro nel 928 da parte del legato papale Madalberto. Era anche questa un’altra battaglia perduta per Roma, che in questo caso, guardava agli Slavi sopra tutto come a « guastatori » della Chiesa greca. Le restava ancora una grossa battaglia da vincere: la questione cirillo-metodiana. Così la necessità di conoscere gli Slavi si faceva sempre più impellente. — 9