Una « Società per l’alleanza italo-slava » Messasi l’Italia a capo di tutti gli irredentismi andaustriaci, si fondava a Torino nel 1848 una Società per l’alleanza italo-slava che, a danno dell’Austria e dei suoi alleati, patrocinava una lega fra Magiari, Polacchi, Boemi, Slavi meridionali e Romeni. Ideatore e fondatore suo: quel vivace deputato di sinistra, Lorenzo Valerio, che dall’industria serica era passato al giornalismo e alla letteratura educativa. Programma: « l’amore fraterno e attivo fra gli Italiani e gli Slavi per l’indipendenza e la prosperità d’ambedue queste nazioni » e l’amicizia fra Magiari e Slavi. Organo: il giornale La Concordia, che fra i redattori contava anche il polacco Duchynski, e come riportava volta a volta gli atti della Società, così seguiva i movimenti nazionali che serpeggiavano o avvampavano nella monarchia austro-ungarica, riportando notizie dirette da giornali boemi o croati, quali la « Slovanskà Lipa » di Praga e lo « Slovenski Jug » di Zagabria. Uno dei suoi primi atti fu il proclama, lanciato nel marzo del '48 agli « Slavi, Boemi, Illirici, Ruteni e Bulgari » raccolti in assemblea nazionale a Praga. Si faceva presente loro che ogni vittoria austriaca in Italia era una sconfitta per i popoli che essa soggiogava e li si incitava perciò a ribellarsi e separarsi dall’Austria facendo alleanza con l’Ungheria. Il gesto era lodevole, ma la perorazione non coglieva certo nel segno lo spirito e le aspirazioni di quel primo e fatidico Congresso slavo. Effettivamente la Società mirava soprattutto con tesi e voti concilianti a diradare ombre e attriti che stavano sorgendo fra Italiani e Jugoslavi nei loro irredentismi adriatici, per cui difficile si presentava il piano di un’alleanza italo-jugoslava (1). La Società comunque ebbe la sua risonanza in Italia e all’estero e si diffuse a Pisa, a Livorno, a Firenze e a Roma. Vi fecero parte oltre al Valerio, il Bunico, vicepresidente della Camera dei deputati, Giorgio pidoglio; nel 1880 Bologna nel suo Archiginnasio gli consacrò una lapide; Roma nuovamente nel 1948 intestò una via della Capitale al suo nome e gli decretò un busto al Pincio. Della bibliografia polacca cito solo l’opera recente dell’informatissimo H. Batowski, Legion Mic\ietvicza w \ampanii wlos\o-austriac\iej 1848 ro\u, Varsavia, 1956. (1) Sul congresso cfr. l’op. di W. Giusti, Il congresso slavo di Praga (1848), Trieste, 1948. - 367