Dante ricorda i Croati Ad un altro popolo slavo, ai Croati ci porta Dante nel suo divino Poema. Di loro egli certamente intese parlare perché essi, avendo sbaragliato nel 1241 i Tatari che stavano per irrompere in Italia, passavano per antemurale della Chiesa di Roma, perché avevano continui, cordiali rapporti con la S. Sede, perché erano in lotta coi patareni o bogomili che infestavano le loro regioni, perché erano disseminati o raggruppati in varie città d’Italia con le quali avevano rapporti commerciali, infine perché proprio ai tempi di Dante erano in contatto con gli Angiò di Napoli per l’assunzione loro al regno di Croazia. Si conoscevano in Italia, quindi, meglio e più di tanti altri Slavi. L’accenno nel paradiso terrestre (Purgatorio XXX, 88) alla neve che si congela « soffiatta e stretta dalli venti schiavi », cioè a venti freddi boreali di terre slave, che potrebbero essere tanto la Croazia quanto la Slovenia, non ha importanza particolare perché anche se fa onore alla cultura geografica di Dante, si risolve e si circoscrive in una bella, ma semplice similitudine poetica. Importante, invece, e discusso (1) è l’accenno ai Croati nel canto XXXI del Paradiso (vv. 103-108), nell’Empireo, al cospetto di S. Bernardo, davanti alle luci splendenti di Beatrice e di Maria, in un momento di meraviglia indicibile, espressa con efficace e originale similitudine. Quale è colui che forse di Croazia viene a veder la Veronica nostra, che per l’antica fama non si sazia, ma dice nel pensier, fin che si mostra « Signor mio Gesù Cristo, Dio verace, or fu sì fatta la sembianza vostra? » Qui i Croati pare fungano da pietra di paragone per indicare un paese lontano in genere o, come vuole il Tommaseo, «gente selvatica e scostumata » ; si ammette anche che la voce « Croazia » possa essere un semplice ripiego formale, metrico, nella ricerca di nuove rime. Ma Dante è ormai troppo scaltrito nell’arte di rimare, è troppo « navigato » — e la navicella del suo ingegno segna ormai (siamo alla fine della (1) A. Cronia, La Croazia vista dagli Italiani, Roma, 1942, p. 22-26; A. De Micheli, Dante in Croazia in Giornale dantesco, 1914 e / Croati e la Croazia in Dante, Udine, 1938. - 55