tirato a Montecassino e nel chiostro di San Bonifacio e Alessio sull’Aventino a Roma. Fu qui che le innate tendenze ascetiche e mistiche lo portarono a quella attività missionaria che consacrò con la morte predicando il Verbo fra i Prussiani, per cui lo onorarono Cèchi e Polacchi. Gli Italiani non furono da meno e di lui ci lasciarono un monumento letterario, che per la sua importanza, come a parte sorse, così a parte vogliamo considerare. San Venceslao Conviene però soffermarsi prima su un altro personaggio letterario che ha non solo la precedenza cronologica, ma che, a sua volta, diede origine ad altre memorie. Si tratta di S. Venceslao, del celebrato duca di Boemia, che, per una politica troppo ecclesiastica, cadde vittima di una congiura e, nel 929, fu ucciso dal proprio fratello Boleslao (1): novello Abele, come è stato definito in un oratorio dei secoli successivi (2). Un simile martire della fede, che poi sarà venerato dalla sua nazione come protettore mistico dello stato e, persino, romanzandone la figura, come modello d’eroe nazionale, un simile martire non poteva restare ignorato in Italia, se non altro per le notizie che di lui forse vi portarono i suoi stessi correligionari o che circolarono nell’orbita delle relazioni ecclesiastiche ceco-italiane. Anzi l’Italia divenne uno dei principali centri, dai quali sorse e si diffuse tutta quella letteratura martirologica e agiografica o leggendaria che oggi abbiamo sul santo boemo. Il primo incitamento partì niente meno che da un imperatore, più precisamente dal giovane imperatore Ottone II, il quale nel suo lungo soggiorno in Italia (morì qui nel 983) conobbe il vescovo Gumpoldo di Mantova e a lui diede l’incarico di scrivere una Vita di S. Venceslao. Sorse così verso il 980 la famosa Vita Vencezlavi ducis o Passio Sancii Venzeslavi martyris (3). La dico « famosa » perché è il primo scritto latino che elabori la biografia di Venceslao ed è il testo cronologicamente più vicino a quel precedente monumento paleoslavo che oggi (1) F. Dvornìk., La vita di S. Venceslao, Praga, 1929. (2) S. I. Pinto, Il Santo Abele di Boemia o sia il glorioso martirio di S. W enzeslao signore di detto regno, Bruna, 1781. (3) Pubblicata in Monumenta Germaniae histórica, Scriptores IV, e in Fon-tes rerum Bohemicarum, I (1873), e altrove. — 29