e Giovanni Vili or proibì ed or concesse l’uso della lingua slava finché Stefano V nell’885 — l’anno in cui moriva Metodio — non diede il colpo di grazia ai metodiani moravi; di lì a poco intervennero anche i Magiari, che misero a ferro e fuoco Pannonia e Moravia e dispersero i missionari slavi (1). Tutto questo rimescolio di eventi, che abbraccia circa un ventennio, si contempla in una serie di documenti ufficiali, autentici o apocrifi, discussi e discutibili, che in gran parte fa capo alla curia pontificia e si riassume in « epistolae » o « commonitoria » di Anastasio Bibliotecario, di Adriano II, di Giovanni VIII, di Stefano V, di cui non tutti gli originali sono conservati nei regesti, ma di cui si hanno già parecchie edizioni critiche o raccolte, curate da slavisti e storici egregi (2). In essi è evidente l’interessamento pontificio alla questione cirillo-metodiana, ma evidenti pure incoerenza di atteggiamento e incomprensione del compito e del destino che stavano maturando dalla grande missione slava, foriera di una grande Chiesa slava con lingua e scrittura propria; la quale, se sapientemente convogliata nell’orbita delle sfere romane, poteva essere un valido anddoto al nascente scisma greco. Memorie e leggende drillo - metodiane Fra le varie memorie o « legendae » — moravica, bohemica, pan-nonica, bulgarica, ecc. (3) — che inaureolano le fonti ufficiali e compensano la mancanza di documenti storici, un posto di grande rilievo spetta a quanto è stato scritto in Italia. (1) Tutto questo periodo e la documentazione che lo riguarda è trattato, con ricchissima bibliografia e con ampia critica delle fonti, da A. Cronia, L’enigma del glagolismo in Dalmazia, Zara, 1925, pagg. 3-33. Meno recente e meno critica l’opera tante volte citata dagli stessi studiosi slavi di D. Bartolini, Memorie storiche-critiche-archeologiche dei S. Cirillo e Metodio e del loro apostolato fra le genti slave, Roma, 1881, tradotta in serbo-croato da G. Danilo. Sveti Cirilo i Metod, Zara, 1886. Molto acuto, ma tendenzioso e polemico, l’opuscolo pubblicato anonimamente da V. Brunelli, Questione liturgica, Zara, 1900. (2) La più ampia raccolta di fonti per lo studio della questione cirillo-metodiana, oltre che da Ginzel, Pastrnek, Prodan, ecc., ci è offerta dal volume più recente di Todorov-Balan A., Kiril i Metodi, Sofia, I, 1920, II, 1934. (3) Della loro attendibilità storica una volta si è dubitato molto — e io ne dubito ancora! — ma oggi esse sembrano meno leggendarie di quanto si presentano. Cfr. Fr. Dvornìk., Les Légendes de Costantin et de Méthode vues de Byzance, Praga, 1933. — Il