lo sguardo anche su popoli stranieri, annotarono qualche cosa della Boemia e si soffermarono più a lungo sui Lussemburghesi per riguardo o con riguardo soprattutto alla figura di Carlo IV, ma in sostanza era la persona del capo del Sacro Romano Impero che li colpiva; e la Boemia veniva distinta, sì, dalla « Alamagna », ma non acquistava nuova luce. La Boemia, se mai, acquistava nuova luce agli occhi di coloro che ne erano cointeressati o fatti edotti soprattutto dallo stesso Carlo IV e dalla sua corte praghese. Di ciò le prove più caratteristiche sono rimaste nel campo delle lettere. La storiografia ha pure il suo caso particolare: Giovanni de Ma-rignolli, minorità fiorentino, il quale dopo avere viaggiato e descritto la Cina (1), fu per breve tempo, intorno al 1354, alla corte di Carlo IV a Praga, e, probabilmente, per l’incitamento dello stesso imperatore, scrisse quel Chronicon Bohemorum (2) che non è certo un capolavoro di originalità, ma è novità per il fatto che inquadra la storia della Boemia in seno alla storia generale. Nel resto è una rimanipolazione della vecchia Cronaca Boema di Cosma, medievale nella concezione, ma aggiornata e vivace nella esposizione, per cui si legge volentieri. Anche per la sua evidente boemofilia, è un « bohemicum » simpatico. Come « slavicum » italiano, invece, conta poco perché ispirato, scritto e rimasto all’estero: caso personale, quindi, che si risolve in sé e per sé. E con ciò la cronografia resta nell’ombra. Alla cronografia farebbe onore invece una Descriptio Europae Orientalis del 1308 se si potesse accertare non dico la paternità, ma almeno la nazionalità del suo autore, che potè essere tanto un francese, quanto un albanese... o un italiano (3). Comunque si possa risolvere (1) G. Golubovich, Le prime relazioni della S. Sede con la Cina per opera dei Frati Minori e l’itinerario Orientale di fra Giovanni de Marignolli di Firenze, Firenze, 1923 estr. da Biblioteca bio-bibliografica della Terra Santa e dell’Oriente Francescano, voi. IV. (2) Edito in Fontes rerum bohemicarum, III, 1882. Bibliografia e interpretazione generale in A. Cronia, Op. cit., 48-50. (3) L’edizione sua è dovuta all’Accademia polacca di Cracovia : Anonymi, Descriptio Europae Orientalis « Imperium Constantinopolitanum, Albania, Servia, Bulgaria, Ruthenia, Ungaria, Polonia, Bohemia » anno MCCCV111 exarata, ed. Olgierd Górka, Cracovia, 1916. Un acuto studio è di G. Praga, Una «Descriptio Europae Orientalis » del 1308 e le caratteristiche delle fonti per la storia delle 46 —