Agli antipodi delle tesi mazziniane sta infine la tesi moderata o conservatrice sostenuta prima di tutti e sopra tutti da Cesare Balbo, l’illustre statista torinese, il quale cresciuto vicino alla corte sabauda, pratico della vita politica e studioso della storia, professando assoluta sfiducia nei programmi astratti delle democrazie e tenendosi stretto ai fatti e all’esperienza storica, si era validamente adoperato per più di un trentennio a formare un’opinione italiana moderata e liberale. Egli non solo non crede alla possibilità di uno sfasciamento dell’Austria, ma anzi ne ritiene ineluttabile l’espansione lungo la via del Danubio. Nell’Austria poi — qualora, nel progressivo miglioramento della sua costituzione, essa corrisponda agli interessi delle popolazioni — indica il baluardo dell’Oc-cidente contro l’espansione minacciosa della Russia, cui nega l’accesso nel Mediterraneo e addita invece la penetrazione nell’Asia. E pur essendo stato a Lubiana nel 1811 a liquidare, per incarico del governo napoleonico, i conti delle Province Illiriche e pur avendo scritto, nel 1845, alcune lettere al direttore della « Revue des deux mondes » sugli Slavi e in particolare sulla Serbia, attribuisce poca importanza ai moti insurrezionali degli Slavi austriaci. Ammessa inoltre come indiscutibile la sola indipendenza della Polonia, più che all’avvenire di una Slavia autonoma crede a quello dell’Austria o di un impero austroslavo, nel quale vedrebbe conciliati gli interessi d’Italia e nel quale vedrebbe anche alcuni aspetti di primaria importanza per determinare l’orientamento dei rapporti internazionali. Tale il linguaggio del suo libro, Delle speranze d’Italia, che per la prima volta, nel 1844, offre una concezione strettamente politica delle possibilità pratiche del Risorgimento italiano (1). Altra figura emergente'. Niccolò Tommaseo Fra rivoluzionari e moderati, per grandezza d’ingegno e per varietà di atteggiamenti e di opere, sta a sé l’accigliato dalmata Niccolò Tommaseo con un animo sensibile e sentimentale, irrequieto, scontroso e pronto ad affetti vari e opposti, analitico e antitetico per istinto e per dispetto, con tempra infaticabile di creatore, con smaniosa versatilità di ingegno e con il desiderio di spaziare in sempre nuovi mondi. (1) Cfr. C. Balbo, Delle speranze d’Italia, Capoluogo, 1844, pagg. 148 e ss. *'6 e ss. Cfr. lo studio recente di W. Giusti, Cesare Balbo e i problemi del mondo davo, Trieste, 1957. — 395