una specie di unione era stata raggiunta (1), o come provano gli scambi di ambascerie e le relazioni di singoli osservatori, quali per esempio la legazione moscovita del 1525, che conosciamo dalla testimonianza del Giovio, oppure quella del Possevino, che farà da intermediario fra la Moscovia e la Polonia, e infine le relazioni di Alberto Campense o di altri nunzi. La Controriforma poi andò più avanti, e per mezzo della Polonia nel concilio di Brest-Litovsk del 1596 conseguì, sia pure effimeramente o superficialmente, l’unione con Roma della chiesa o di alcune chiese della Russia meridionale e occidentale ad onta di una accanita resistenza da parte della maggioranza del clero ortodosso (2). Di qui la lotta religiosa in Ucraina che andrà avanti per quasi tutto il secolo XVII (3). Nei Balcani, invece, data la speciale situazione creata dalla dominazione turca, si agì diversamente, e per mezzo degli ordini monastici, soprattutto dei Francescani, si crearono o si riorganizzarono « provin-ciae » o « custodiae » che operarono profondamente nella Bosnia-Erze-govina e persino nella Bulgaria, dove già nel Medio Evo si erano insediati i Francescani (4) e dove si fondarono dei centri cattolici con vari vescovati (anche a Sofia) che valsero a tenere i Bulgari in contatto con l’Italia e convertirono al cattolicesimo soprattutto i Pauliciani, eredi degli antichi Bogomili (5). Del resto non mancò anche l’attività politica che con ogni mezzo ed in ogni epoca mirava al tanto deprecato debellamento dei Turchi. Basti pensare a tutte le macchinazioni che ai tempi di Clemente Vili e Paolo V si sono fatte alle corti di Spagna o (1) L’argomento tanto discusso dell’unione fu ripreso da A. Ziegler, Die Union des Konzils von Florenz in der russischen Kirche, Würzburg, 1938. Ma cfr. la precedente bibliografia in 1. Mirtschuk, op. cit. 41. (2) In tale occasione, insieme ad un’anonima Legationes Alexandrina et Ru-thenica ad Clementem Vili. Pont. Max. pro Unione et Commumone eum Sede Apostolica Anno Domini MDXCV, anche il famoso cardinale Cesare Baronio volle esprimere il suo giubilo per quel miracoloso evento e lasciò una Histórica relatio de Ruthenorum origine eorumque miraculosa conversione, ecc. Colonia, 1598 e, in traduzione francese, Parigi 1599. (3) E. Smurlo, he Saint-Siège et l’Orient orthodoxe russe, Praga, 1928. (4) I. Dujcev, Il francescanesimo in Bulgaria nei secoli XIII e XIV, Roma, 1935, estr. da Miscellanea Francescana, XXXIV, f. IV. (5) Dei numerosi studi di I. Dujcev, anche in italiano, da ricordare : Il Cattolicesimo in Bulgaria nel secolo XV11 secondo i processi informativi sulla nomi- — 183