significato stesso, conviene ricordare l’impressione che la Russia ha fatto sull’Alfieri. Negli anni 1767-1768 egli infatti « l’Europa tutta a scalpitare intese » e visitò la Germania, la Danimarca, la Svezia, la Russia, senza alcuna preparazione, per appagare la curiosità e soddisfare l’innato, ardente bisogno di movimento. Più tardi, verso il 1795, dopo aver già scritta la prima parte della sua Vita e raccolto ingente materiale auto-biografico, dando libero corso alla sua disposizione satirica e alternando all’ispirazione storica le proprie esperienze e simpatie, volle rievocare anche i suoi lunghi e molti viaggi giovanili e dettò quella lunga satira, che appunto si intitola i Viaggi (1). In essa, come nella Vita, raccontando i suoi viaggi attraverso l’Europa, sia pure senza risparmiare se stesso e la propria ignoranza e la futilità di allora, punzecchia o stronca in tono faceto cose, popoli e persone. Naturalmente rivolge la punta contro la Russia, ché « a vedere la gran gelida metropoli — ier l’altro eretta in su le vecchie spoglie » tese eran tutte le sue « ardenti voglie ». Ma tale è stata la sua delusione che non ve! veder più Mosca né Astracano'. Ben si sa che c’é il bue, dov’odi il muglio. Deluso pure nei riguardi di Caterina II, il cui famoso Codice russo si riassume nel dantesco o classico « S’ei ti giova, ei lice ». Quindi: Nè vo’ veder costei che il brando ha in mano, di sè, d’altrui, di tutto autocratica, e spuria erede d’un potere insano. Quindi ancora: Inorridisco e fuggo; e cotant’ardo di tornare in Europa, che in tre giorni son fuor del moscovita suol bugiardo. Anche in Polonia si sente bruciare il terreno sotto i piedi, ché Danzica è « assaggiata dal Prussian tiranno » e a Varsavia tutto arde allor, ma non di puro fuoco, il babelico regno pollacchesco, che in breve attesterà, quant’è dappoco. (1) Fu inclusa nella prima edizione completa delle sue Opere, Italia (Pisa) 1805-1815; nella ristampa della stessa a Torino nel 1903; in 11 Misogallo, le satire e gli epigrammi per cura di R. Renier, Firenze, 1884 ed in altre edizioni. 328 -