del suo poema perché ai tempi suoi il nome « bulgaro » aveva discreta risonanza in voci toponomastiche ed onomastiche di varie regioni d’Italia. La tesi, però, persuade poco. Si tratta cioè di nomi di luogo e di persone che, come abbiamo visto nel primo capitolo, si erano cristallizzati in espressioni o, meglio, in forme che non avevano nessuna attinenza colla Bulgaria ed il cui semantema agiva ormai passivamente. Erano quindi ormai morfemi o fonemi che non bastavano a dar corpo ad una fantasia sbrigliata, sia pure come quella dell’Ariosto, per rivestirla di immagini e di figurazioni che avevano ben altra provenienza e ispirazione. L’Ariosto quindi, come più tardi il Bracciolini, deve aver avuta presente qualche notizia desunta da cronache, storie, rapsodie, cosmografie ecc. latine o italiane e a modo suo la deve poi aver romanzata da buon Turpino (1). Storici sono comunque i personaggi bizantini, Costantino V Copronimo e il figlio suo Leone IV, proprio contemporanei di Carlo Magno. Risonanze storiche trapelano poi, — magari invertite e storpiate dalla fantasia romanzesca — da quelle guerre fra Bulgari e Greci, da quella corona di Adrianopoli offerta ad un principe straniero, (pensiamo, se non altro, alla corona costantinopolitana ambita da principi latini!), da quella avanzata turca verso il Danubio, da quei nomi di luogo che non sono inventati e da quei nomi di persone che sono magari inventati, come Vatrano, ma tradiscono etimi slavi. « Storica », per noi del secolo ventesimo, è soprattutto la simpatia personale dell’Ariosto per i Bulgari. E questo interessa anzi tutto (2). Di fronte a questo fasto ariostesco impallidiscono tutti quegli attributi di « schiavo » o « schiavonesco » per « slavo », che isolatamente potremmo trovare nello stesso Ariosto o prima nel Poliziano e poi nel Caro, nel Tasso e via dicendo. L’Ariosto se ne vale nel suo Orlando furioso per dire che i Pirenei possono «dimostrar» Francia e Spagna « come Apennin scopre il mar schiavo e il Tosco » (IV.XI, 5) e infiora la sua similitudine, che è propriamente una sineddoche, di termini geo- (1) 'Sulle sue fonti, però, sorvola elegantemente anche P. Rajna nel fondamentale e voluminoso studio Le fonti dell’Orlando Furioso, Firenze, 1900. Cfr. pure D. Bonomo, L’Orlando Furioso nelle sue fonti, Bologna, 1953. (2) La <( sudditanza » bulgara di Ruggero ha trovato più credito nel poema, ricordato nelle note precedenti, di Panfilo Renaldini, Innamoramento di Rug-geretto figliuolo di Ruggero Re di Bulgaria, ma, ahimè, del regno paterno non 'i si discorre e vi subentrano fantasmagorie orientali. Risultati consimili ci danno altri poemi cinquecenteschi, i quali arricchiscono l’albero genealogico di Ruggero. - 147