sentimentalismo politico, col volgere del tempo si accettò la nuova situazione, quando la storia cominciò ad avere ragione sulle vicende degli uomini scavalcando tutti senza risparmio, e incominciarono a prospettarsi nuovi problemi e si affacciò la visione apocalittica di grandi crolli e di grandi rivolgimenti, gli Italiani, anche per le esperienze di guerra combattuta e per le ansie delle retrovie, capirono quanto era necessario allargare e approfondire le cognizioni storiche, geografiche e culturali del caleidoscopico mondo che era coinvolto o cointeressato nel grande conflitto. Non si potevano ignorare o trascurare gli Slavi che in nuova luce si presentavano sul tappeto delle nuove discussioni diplomatiche, sulla bilancia dei nuovi destini storici. Una Russia imperialistica, che crollava e si rinnovava nel sangue di una rivoluzione epocale; una Polonia, che risorgeva dalle ceneri e reclamava giustizia e libertà; una Boemia, inabissata nel mare della schiavitù austriaca, che con le sue Legioni e con i suoi Comitati rivoluzionari lottava per la creazione di una « Cecoslovacchia » ; una piccola Serbia, che distrutta ma non domata, conciliava intorno a sé Serbi, Croati, Sloveni e preparava l’avvento di una grande « Jugoslavia » ; Bulgaria che andava incontro alla mutilazione, Monte-negro che mal rinunciava alla sua patriarcale sovranità, Ucraina che anelava all’indipendenza, Russia-Bianca che cercava il suo posto al sole e persino Sorabi di Lusazia che volentieri si sarebbero svincolati dalla Germania: presentavano tutto un complesso di revisioni e di aspirazioni che complicavano l’assestamento della nuova Europa e richiedevano molta conoscenza, molta vigilanza. A tutti questi problemi si trovò di fronte anche l’Italia, sia quale membro determinante dell’Intesa, sia quale Stato cointeressato direttamente nella soluzione di alcune delicate questioni di delimitazioni territoriali e di espansione economica. Si manifestò così, spontaneo e imperioso, il bisogno di conoscere più da vicino e più profondamente i vari popoli slavi, le loro vicende storiche, la fisonomía loro psicologica e morale, l’attività spirituale, il livello culturale. Si ricorre all’opera degli stranieri Pochi essendo ancora gli esperti e i pronti informatori, si ricorse più o meno largamente e opportunamente all’opera degli stessi Slavi o di stranieri che scrissero in italiano (e in francese) o furono tradotti.