principio del nuovo secolo, l’immobilismo cattolico creerà un’atmosfera di antistoricità che degenererà nell’erudizione libresca, materiata di compilazioni e maneggiata da abborracciatori. Ciò che, naturalmente, non impedì di continuare a incuriosirsi e a interessarsi agli Slavi. Gli Slavi, naturalmente, sono presenti nelle grandi visioni generali, nei vasti panorami multicolori perché per semplice opportunità registica non vi potevano, anzi non vi dovevano più mancare dopo che la breccia era stata fatta dalla Rinascita. La presentazione loro non differisce molto dalle impressioni e dalle esperienze rinascimentali e a base della documentazione loro resta la letteratura umanistico-rinascimenta-le. Spostamenti di prospettiva e di apprezzamento sono, però, inevitabili. Emergono fra gli Slavi quelli che hanno uno stato indipendente e nel gioco della politica europea, come Russia e Polonia, hanno una parte tutt’altro che trascurabile. Passano in penombra quelli che languono sotto il giogo di dominazioni straniere. Nuova luce risulta dagli avvenimenti recenti che turbano le loro regioni e fermano l’attenzione degli osservatori esterni. Questi però talvolta si lasciano influenzare dalla politica militante, da tesi preconcette, da finalità religiose e non sono sempre imparziali nei confronti di quelli che militano in altri campi. Novazioni di spirito nelle « Relazioni » e nei « Detti » del Botero Alla testa degli scrittori, di cui ci accingiamo a parlare, sta Giovanni Botero, che certo è astro di seconda grandezza, ma che nell’ombra dei tempi suoi potè parere anche un sole. Gesuita raffinato, scrittore e retore versatile, egli svolse molteplice attività politica, educativa e religiosa passando dal servizio dei duchi di Savoia, dei quali fu ambasciatore e precettore, al servizio di Carlo e Federico Borromeo, dei quali fu segretario, compiendo numerosi viaggi e missioni delicate. Chiuse la sua vita a Torino nel 1617. in onorato riposo fra la pace dei libri e l’ammirazione dei correligionari (1). Della sua vasta e varia produzione, che comprende anche un poema descrittivo, didattico e rime spirituali, ma ha carattere soprattutto religioso e politico, l’opera che maggiormente ci può interessare, sono le Relazioni Universali, che, pubblicate a Roma la prima volta negli anni (1) P. Orsi, Saggio biografico e bibliografico su Giovanni Botero, Mondovi, 1882; C. Gioda, La vita e le opere di Giovanni Botero, Milano, 1896. — 205