con uno sfondo reale (1), non che un capitolo del Gog di Papini, che dall’avanguardismo artistico cecoslovacco prende lo spunto per parodiare la scultura moderna (2). Non parliamo poi di artisti e scrittori o giornalisti (3) che nei loro vagabondaggi o nelle loro missioni intellettuali fanno sosta a Praga, come in altre città slave, e nei principali quotidiani (4) vogliono dire le loro impressioni in forma di elegante elzeviro o di « servizio » (5). Nessun incentivo alla fantasia creatrice degli Italiani offrirono gli Slavi meridionali (6). Inutile o impossibile indagare le ragioni, ché nel regno della fantasia in genere, e in particolare in quello in cui ci siamo inoltrati senza soverchie illusioni, e da cui usciamo senza soverchie soddisfazioni, il coefficente storico ha spesso importanza ed efficacia relative, e il capriccio dell’individuo sta alla base di infinite coincidenze materiali e spirituali. (1) E’ la novella La cura comodissima di La donna dei miei sogni ed altre avventure moderne, Milano, 1925, tradotto in cèco da K. Hoyer, Pani mych snu, Praga, 1931. (2) G. Papini, Gog, Firenze, 1931, tradotto in cèco da N. TuckovÀ, Gog, Praga, 1933. Nello stesso libro c’è una « Visita a Lenin ». (3) E questi sono, oltre al surricordato Tecchi, il direttore dell’istituto di Cultura italiana di Praga, Gian Battista Angioletti; inoltre Efisio Oppo Cipriano, Antonio Baldini, Giovanni Titta Rosa, Silvio D’Amico (che si firma « Mala strana»), Anton Giulio Bragaglia, Filippo Sacchi, A. Moravia, A. Pucci, B. Barilli, G. Piovene, ecc. (4) E sono 11 Corriere della Sera di Milano, La Tribuna e 11 giornale d’Italia di Roma, La gazzetta del popolo e La Stampa di Torino, ecc. (5) Alcuni di essi figurano in singole pubblicazioni, come F. Sacchi, Città, Milano, 1923; G. B. Angioletti, L’Europa d’oggi, Lanciano, 1933; C. Di Marzio, Scandagli terrestri, Roma, s.a., nella cui « Trigonometria di Praga » si legge che Praga è attraversata dalla Morava... (6) Potremmo ricordare di nuovo 11 Mulino del Po di R. Bacchelli, col suo ricordo degli Italiani nelle campagne napoleoniche di Russia e dei Croati delle guarnigioni austriache in Italia. Qualche eco ha avuto la seconda guerra mondiale, per es. Nimbo D’Aurora, Luci ed ombre su terra slava, Milano-Roma, 1949, romanzo autobiografico che nasce in Slovenia durante l’occupazione italiana. Ma qui, siamo già fuori dai limiti cronologici che ci siamo imposti. — 645