Sono vaghi accenni, riempitivi metrici e magari usati a sproposito e scorretti, ma sono riferimenti storici, geografici, nazionali che alla Polonia comunque facevano pensare. Del resto da siffatta poesia celebrativa non c’era da aspettarsi di più! La polonofilia del Tasso e di Gian Battista Guarinì Tra i gentiluomini venuti col duca di Ferrara a Venezia per incontrare Enrico III, fu anche Torquato Tasso che trentenne già godeva fama di buon verseggiatore. Non pubblicò, ma scrisse anch’egli allora o dopo due scialbi sonetti in onore di Enrico III (1), che risultano scritti sotto l’impressione dei festeggiamenti veneziani. Del resto il Tasso aveva avuto occasione di conoscere i Polacchi già nelle aule dell’università di Padova (1560-1562) e ne deve aver ritratta ottima impressione se nel giovanile Rinaldo del 1562, e più precisamente in un canto che è tutto inteso a dimostrare l’immortalità che si acquista con opere di liberalità e di cortesia, ha voluto eternare anche quello « Stanislavo di Tarnovio conte» cioè Stanislao Tarnowski che per la fortezza al senno mista ...star potrà co’ più famosi a fronte (Canto Vili, ottava 10) A Napoli poi conobbe, nel 1594, e forse anche prima, un altro studente polacco di Padova, Stanislao Rescius (Reszka), ambasciatore del re polacco, e tale fu la loro comunanza spirituale che la polonofilia del Tasso ebbe nuovo incremento. Forse egli fu anche tentato, per evadere dalle ristrettezze in cui si trovava, di cercare protezione in Polonia; infatti inviando in omaggio all’amico polacco un esemplare della « Gerusalemme conquistata », vi scrisse di proprio pugno una dedica in versi, con i quali al re polacco, di armi e di cavalli ricco, baroccamente declama: Altri di voi già avvive, altri racconte l’altere imprese, e le colpisce iti marmi, (1) Figurano nella scorretta edizione di Opere di Torquato Tasso, Pisa, Ca-purro, 1821-1832, voi. V, n. 412 e 245; quest’ultimo risulta dedicato a Enrico H» ma è un errore. 160 —