ria, quanto di studio scientifico. Perciò: chi si mise sulle orme del Fortis e intraprese nuovi viaggi fra i Morlacchi, chi ne studiò addirittura la medicina e chi inserì la loro civiltà nelle dispute che allora si erano accese sulla questione omerica (1). Era anche questa una nota romantica della « oltramontaneria » italiana che rendeva improvvisamente popolari e attuali le più primitive e retrograde tribù dei Croati, attardati sul cammino della storia e della civiltà. Non sfugga però la circostanza che se i Morlacchi piacquero tanto, lo si deve anche al fatto che, come ai tempi nostri, così allora ci fu chi guardò a loro come a dei fieri e tenaci e autentici discendenti dei Romani, dispersi nel grande labirinto della Balcania. Fortuna particolare poi arrise anche alla commovente ballata Hasanaginìca (alla cui base sta un forte dramma sentimentale o psicologico), che il Fortis incluse nel suo « Viaggio » : indice e vindice di inesplorati tesori di poesia popolare slava e di detta poesia mirabile e indovinata rivelazione. Ecco quindi niente meno che Goethe a tradurla per i Vol\slieder di Herder (2). Di questa versione si valse a sua volta (1) Un anonimo B. (Babba) pubblicò, p. es., a Torino, nel 1812, un Souvenir d’un voyage en Dalmatie e vi incluse tre capitoli su i Morlacchi. he Memorie dell’Istituto nazionale italiano di Bologna pubblicarono nel 1806 delle Osservazioni sulla medicina dei Morlacchi. Giulio Bajamonti pubblicò un saggio sul Morlacchismo di Omero nel Giornale enciclopedico d’Italia del 1797, ecc. La letteratura morlacchesca andò avanti per tutto il secolo XIX (cfr. G. Valenti-nelli, Bibliografia cit. 89-93) e ancora nel 1937 ci fu chi, come Antonio Carluc-ci, si appassionò, sia pure spropositando, a I Morlacchi in h’Universo, XVIII (1937), n. 3. Ma molto meglio era stato trattato l’argomento da F. Majnoni d'In-tignano, 1 Morlacchi in Rivista militare italiana, Roma, 1900. Cfr. anche M Stojkovic, Morldkjzam in Hrvats\o \olo, X, 254. (2) A proposito anche della precedenza cronologica che spetta al Fortis ili fronte a Herder nella rivelazione della poesia popolare serbo-croata, si deve notare che Herder nei Vol\slieder del 1778 introduce questa categoria di poesie pubblicate, l’una nel Saggio d’osservazioni sopra l’isola di Cherso ed Oserò del 1771, l’altra nel Viaggio in Dalmazia del 1774, con lo stesso titolo e con gli -stessl attributi di « morlakisch » : Ein Gesang von Milos Cobilich... Klaggesang von der edlen Fraue des Asan-Aga. Con ciò vediamo che, come l’estetica vichiana de Fortis fu l’effetto di un secolo di cultura italiana che precedette l’estetica del romanticismo tedesco, così la pubblicazione del Fortis fu un gesto iniziale che precedette l’attività redazionale di Herder, il quale, inoltre, alla poesia popo-lare diede un significato ben diverso da quello che il Fortis giustamente attribuì, perché intendendo egli detta poesia come sinonimo di « vera schietta poesia comprese in essa anche la poesia di Dante. 308 —