1 da altre fonti, concorda talmente con la « Passio » gumpoldiana nell’ordinamento strutturale e nella estrinsecazione formale, che sarebbe inutile soffermarvisi più a lungo, tanto più che si tratta di monumento letterario sorto fuori d’Italia. Invece, per completare la visione della fortuna che ha avuto l’opera di Gumpoldo oltre le Alpi, ricorderemo che essa è stata tradotta e rimaneggiata anche in paleoslavo russo nel secolo XI: è la così detta leggenda di Nikolskij (1). Se le surricordate leggende venceslaviane sono sorte nell’Italia settentrionale, ce ne una invece che sbocciò nel suo mezzogiorno, più precisamente in uno di quei fari luminosi di cultura medievale che era la famosa Abbazia di Montecassino. E’ una nuova e patetica Passio Sancti Venzeslavi (2), frutto benedetto di pellegrini boemi che sostavano a Montecassino o affluivano a Roma, non ultimo S. Adalberto che, come vedremo fra breve, vi lasciò un particolare ricordo. Autore suo quel Lorenzo monaco di Montecassino, che il glorioso confratello Pietro diacono chiamerà poi, nel « Liber de viris illustribus », uno dei migliori e più dotti membri di quel monastero e di quell’ordine. Se essa non è stata scritta direttamente per incitamento di S. Adalberto, di certo deve essere sorta per suo influsso durante la visita e il soggiorno in quel sacro luogo: perciò è alquanto posteriore a quella di Gumpoldo. E’ un monumento letterario che onora tanto il Santo che vi si venera, quanto il monastero, dove l’opera nacque. All’esattezza dell’informazio-ne storica, che se non da fonti scritte deriva certamente almeno da fonti che riserva, pensavo anch’io nel 1936 nel mio voi. Cechy v dèjinàch itals\è \ultury, p. 14. Ma dopo gli studi di Weingart, di J. Slavik e di altri nel Svato-vàclavs\y Sbornii^ ed altrove, e dopo le più recenti pubblicazioni di Chaloupecky, Krofta, Urbànek, Jakobson ecc. (per tutte cfr. K. Horálek, O c'ir\evnèslovans\ou tradici v ces\ych dèjinàch in Sì ovo a slovesnost), XI (1948, n. 1, pag. 32) e specialmente dopo aver studiato i testi delle singole leggende, sopra tutto quello paleoslavo offerto dal prof. Weingart, oggi sono del parere contrario. (1) N. Nikolskij, Legenda mantuans\ago epis\opa Gumpolda o sv. Vjace-slavé Ces\om v slavjano-russ\om perelozenii in Pamjatni\i drevnej pismennosti i is\usstva, CLXXIV (1909); nuove edizioni di J. Vasica nel Vajsùv jubilejnì Sborni\ staroslovens\ych literárnich památe\ o sv. Vàclavu a sv. Ludmile, Praga, 1929. Per altri riflessi della Leggenda cfr. D. Cyzevskyj, Ankjànge an die Gum-poldslegende des hi. Vàclav in der alt-russischen Legende des hi. Feodosij, ecc., in Wiener slavistisches Jahrbuch, Vienna, I, 1950. (2) Pubblicata in Monumenta Germaniae histórica, Scriptores IV e in Fontes rerum Bohemicarum I, 1873. 32 —