compilazione. Si allentò così quel senso di « oltramontaneria » che avrebbe potuto portare a nuovi contatti e risultati anche con gli Slavi . Non bisogna, è vero, dimenticare quel grande « giornalismo viaggiante » che fece capo alla congregazione di « Propaganda Fide » o a varie corti principesche e riempì archivi di Roma, Venezia, Firenze, ecc. Ma, all’infuori delle solite relazioni di nunzi apostolici e di missionari o di ambasciatori, veneti soprattutto, sono ben pochi quelli che al secolo hanno lasciato i loro libri di viaggio sugli Slavi. Ne hanno fatto le veci singole opere di versione come nelle epoche precedenti. Così sulla scia delle Navigazioni del Ramusio si tradussero dal latino ancora alla fine del secolo XVI « tre navigazioni fatte dagli Olandesi e Zelandesi al Settentrione nella Norvegia, Moscovia e Tarta-ria » (1). Così si ricorse a opere e testi francesi (2), anche per quel famoso Olearius che aveva portato agli estremi i giudizi sfavorevoli sulla Moscovia (3), per cui l’editore italiano sentì il bisogno di pubblicare in appendice la relazione, ben diversa, che di un viaggio in Russia nel 1565 aveva lasciato Raffaele Barberini, zio del pontefice Urbano Vili (4). Viaggiatori o « redattori viaggianti » italiani si interessarono soprattutto alla Russia. Il noto umanista e viaggiatore Pietro della Valle in quattro volumi di « lettere familiari », che ritraggono in particolare le impressioni dei viaggi compiuti in Persia e in India negli anni 1614-1626 (5), (1) Gerrit De Veer, Diarium nauticum, seu vera descriptio trium naviga-tionum factarum a Hollandicis et Zelandicis navibus, ad Septentrionem, supra Norvegiam, Moscoviam et Tartariam, Amsterodami, 1598, tradotta in italiano: Tre navigationi fatte degli Olandesi e Zelandesi al Settentrione nella Norvegia, Moscovia e Tartaria. Nuovamente da G. Giunio Parisio tradotte nella lingua italiana, Venetia, 1599. (2) P. es. Aug. Mayerberg, Voyage en Moscovie d’un ambassadeur, envoye par l’Empereur Leopold au czar Alexis Mihalowics, Leide, 1688, tradotto in italiano: Viaggio di Moscovia tradotto del idioma francese, Napoli, 1697. (3) Adamo Oleario, Viaggi di Moscovia de gli anni 1633, 1634, 1635 e 1636. Libri tre cavati dal tedesco, Viterbo, 1658, sulla base della versione francese Relation du voyage de Moscovie, Tartarie et de Perse, Paris, 1656. (4) Cfr. N. Tcharykov, Le chevalier Barberini chez le tsar Ivan le terrible, Paris, 1904, estr. da Revue d’histoire diplomatique. (5) Viaggi di Pietro della Valle il Pellegrino, descritti da lui medesimo, tn lettere familiari al suo amico Mario Schipano, scritti dall’anno 1614 fin al 1626, divisi in tre parti cioè la Turchia, la Persia e l’india, varie edizioni : Roma, 1650. 1658, 1662-1663, Venezia, 1667, 1671, Bologna, 1672, 1677; traduzioni: francese, Parigi, 1663-1665, Rouen, 1745, inglese, Londra, 1685, tedesca, 1674. 256 —