nei Dalmati, i quali, gente di confine come la loro terra, tratto di unione fra Oriente e Occidente, erano quanto mai adatti a tale impresa per la loro conoscenza di causa, per la loro attività diplomatica in varie cord d’Europa e per i contatti diretti che avevano con i Turchi in seno o alle porte della loro patria. Il concilio lateranense del 1512-1517 che, tra l’altro, doveva perorare un’azione comune contro gli infedeli e la difesa delle terre cristiane più esposte e soggette al furore turco, quindi anzi tutto la Croazia, li ebbe protagonisti eccellenti, informatori esatti e strenui incitatori. Vi emersero Bernardo Zane, arcivescovo di Spalato e lo zaratino Simeone Begna, glagolita e vescovo di Modrussa. Le loro infocate orazioni, che erano gli squilli d’allarme del concilio, risonarono altamente monitorie e furono stampate a Roma già agli inizi del concilio (1). Successivamente, mentre pervenivano ai pontefici romani lettere disperate di esortazione e di invocazione dei bani croati Berislao (Berisla vie) e Carlo (Karlovic), del conte Cristoforo Frangipani (Frankopan) di Modrussa e di altri dignitari ecclesiastici, disseminati in Croazia e altrove (2), in Dalmazia, nel clima storico dell’umanesimo, si andò formando una vera falange letteraria che si propose la proclamazione della guerra santa ai Turchi e in questo senso agì su larga scala in patria e all’estero. Al pontefice romano ricorse nel 1522 l’illustre umanista o apologista Marco Marulo (Marulic) con un’accorata Epistola (3), in cui, additando le invasioni Turche sino alle più lontane regioni della Drava e della Sava, invocava la concordia fra i popoli della cristianità e perorava una comune azione» contro i Turchi. Lo stesso fu fatto dal biografo del Marulo, dallo spalatino Francesco Natalis, che, nel 1533, trepidava per le sorti di Clissa (4). A regnanti stranieri si rivolse invece Tranquillo (1) Bernardi Zane, Oratio habita in prima sessione Coneilii Luterani..., Ro-m'ae, 1512 (a questa è acclusa pure una lettera di Tommaso Negri da Spalato al servizio del concittadino Pietro Berislao, vescovo di Vesprem e bano di Croazia); Simeonis Begnii, Oratio in sexta Lateranensis Coneilii sessione quinto \a-lendas Maias habita, Romae, 1513 e più tardi, De Corvatiae desolatione oratio ad Leonem X, Pontificem Maximum nonis novembris habita, Romae, 1516. (2) Cfr. il voi. miscellaneo Croazia Sacra, Roma, 1943, pagg. 20, 46 e ss. (3) Epistola Domini Marci Maruli Spalatensis ad Adrianum VI. Pont. Max. de calamitatibus occurrentibus et exortatio ad communem omnium Christiano-rum unionem et pacem, Romae, 1522. (4) Croazia Sacra, op. cit., 46. 140 —