tenditore di storia croata potrebbe scoprire in uno di essi lo spalatino Pietro Berislao (Berislavic), vescovo di Vesprem e bano di Croazia e nell’altro il Martinusius o Utissenius (Gjorgje Utisenic) che fu anche cardinale (1). La vera breccia è fatta invece da Ludovico Domenichi, poligrafo, plagiario e traduttore del secolo XVI (+ 1564), con la raccolta o Historia di detti e fatti degni di memoria (2). In questa « historia » che è una raccolta più di detti che di fatti memorabili ed in cui la biografia non è sempre l’elemento costitutivo, ma agisce di riflesso, si incontrano ben quindici voci o esempi slavi, gli uni ridotti a poche righe, gli altri portati a più pagine (3): tutti secondo l’uso dell’aneddotica, privi di dati e di riferimenti storici, per cui non è sempre facile impresa l’identificazione storica. Tre sono i popoli slavi qui rappresentati. I Bulgari figurano con un re, di cui non si fa il nome, ma che certamente è Terbel o, come umanisdcamente era stato battezzato in Italia, Tribelo, noto per aver accecato il figlio che, posto da lui sul trono, non aveva rispettato la fede cristiana, come egli aveva promesso. Dei Polacchi si ricordano i due re Ladislao Jagellone, l’uno il vincitore dell’ordine teutonico, l’altro il combattente valoroso e leale immolatosi a Varna contro i Turchi; l’uno come esempio di eroismo patrio, l’altro come prova e vittima di lealtà, per cui per mantenere la promessa si avventura in una battaglia immatura e impari che gli costa la vita. In tutto il resto prevalgono i Boemi. La loro galleria è composta di regnanti, ma non mancano la figura sentimentale dell’amazzone cèca e quella del prode e sagace condottiero hussita Ziska, cui sono dedicate, eccezionalmente, tre voci. A fatti e detti comuni, noti o rispecchiami gli imitativi logici della storia, quali il fratricidio di Boleslao, il cenarne di Vlasta, il passaggio dall’aratro paterno alle redini del po- (1) Di essi l’umanista dalmata Antonio Veranzio (Vrancic) ci ha lasciato due biografie, cfr. A. Cronia, Esiste un umanesimo croato?, Padova, 1943 pag. 159. (2) L. Domenichi, Historia di detti e fatti degni di memoria di diversi principi e huomtni privati antichi et moderni, Vinegia, 1557. (3) Secondo l’ordine alfabetico e nella lezione originale, incoerente, essi sono : « Boleslao, Giovanni Zisca Boemo, Giovanni X re di Bohemia, Ottocharo re di Boemia, Primislao III re di Boemia, Re di Bulgaria, Vallasca fanciulla Bohema, Venceslao re di Bohemia, Vencislao, duca di Bohemia, Vladislao re di Polonia, Vladislao re d’Ungheria et di Polonia, Venceslao re di Bohemia, Zischa Boemo, Zischa Bohemo, Giovanni » (padre di Carlo IV). 130 —