cumenti storici, non poche sono quelle dirette a personaggi slavi (1), or in forma confidenziale ed or in tono ufficiale, in cui i casi personali si perdono in ragguagli di vario genere e nel perseguimento di determinati piani politici, quali la riconciliazione della Boemia, la distensione fra Polonia, Austria, Ungheria e la lotta agli infedeli tra cui i Patareni o Bogomili della Bosnia. In testa a tutte sta il Dialogus contra Bohemos et Taboritas (2) che vale come un trattato a sé e illustra a pieno la questione hussitica con efficaci descrizioni d’ambiente, in particolare della suggestiva Tàbor. Nelle Orationes (3) infine, che sono il fior fiore dell’eloquenza umanistica, mentre gli altri Slavi spariscono in quei tipi di panorami generali, di cui erano stati elementi più o meno marginali a titolo di integrazione storico-geografica o di cultura personale, emergono nuovamente i Boemi perché c’è anzi tutto la famosa Responsìo data orato-ribus regis Bohemiae de compactatis e questa, a sua volta, è preceduta dalla Oratio habita coram Callisto Papa III, de compactatis Bohemorum, che è un modello di arte oratoria ed è bella prova dell’alta considerazione che il Piccolomini aveva dei Boemi, forti, tenaci, leali, invincibili sul campo di battaglia; per questo la Chiesa romana doveva agire con intelligente « praedicado » e con larga indulgenza. (1) Vi emergono il cancelliere slovacco alla corte di Vienna, Gaspare Schlick (Slik) amico e protettore suo, lo « strenuus miles dominus Procopius Bohemus » (Prokop z Rabstejna) che gli era una pedina preziosa in Boemia, 1’« amicus pri-marius secretarius civitatis Pragensis Joannis Tuskon » (Jan Tusek), 1’« astrono-mus Bohemiae Joannis Nihilis », l’antiussita « episcopus cracoviensis Sbigneus » (Zbigniew Olesnicki) protettore del Callimaco, il « decanus et administrator ec-clesiae Pragensis Venceslaus de Crumnau » (Vàclav z Krumlova), un amanuense di Enea, Venceslaus, che era «regiae cancellane scriba» ed altri. (2) E’ diretta al cardinale Giovanni de Carvajai, legato pontificio in Boemia. Pubblicata già nt\Y Opera omnia di Basilea del 1551 a pag. 660, è stata poi più volte ripubblicata; figura quindi nella grande, ma incompiuta edizione del Wol-kan in Fontes rerum austriacarum, LXVIII, 22-57. (3) Pubblicate dal Mansi a Lucca nel 1755 in 2 volumi: Orationes politicae et ecclesiasticae. In appendice a questa edizione c’è l’opuscoletto o dizionarietto biografico del Piccolomini : De viris aetate sua claris. Ci saremmo aspettati qui qualche « clarus » personaggio slavo, ma questi o non rientrava nell’ordine dei suoi interessi o si confondeva in altre gerarchie statali, dinastiche, perciò vi figura solo la voce De Ladislao Rege Poloniae con scarse notizie storico-biografiche e con giudizi poco lusinghieri, forse perché vincitore di quell’Ordine Teutonico, per il quale il Piccolomini non fece mistero delle sue simpatie. Se a ciò si aggiun- 86 —