pare nei Rerum suo tempore gestarum commentarli (1) del cardinale umanista Giacomo Ammannati Piccolomini, che continuò i « Commentarti » dell’omonimo Pio II, cui quasi succedeva al trono pontificio, dopo averlo confortato in Ancona alla vigilia della morte. Tutti gli Slavi figurano in quella specie di enciclopedia cinquecentesca, storico-geografico-morale, che sono i trentotto libri Commen-tariorum urbanorum (2) di Raffaele Maffei Volterrano o da Volterra (+1522). Vi figurano anzitutto nel libro VII della parte geografica dedicata a « De Germania omni ». Alla Boemia è dedicato un capitolo a sé; premessa l’origine dei suoi abitanti — «ex Croatiae populis in Dalmatia »! — vi si discorre della configurazione e dei prodotti del suolo, dei regnanti da Cèco a Giorgio da Podébrady e Vladislao Jagel-lone, fra cui eccelle la figura di Carlo IV per il lustro che ha dato a Praga. A proposito della Moravia — che fu governata da re « boemi, russi e polacchi » —• si parla della missione di Cirillo e Metodio — venuti dalla Dalmazia! — e si ricordano gli hussiti o « vicklevistae ». Pochi i cenni sulla Polonia, di cui si ricordano a preferenza i santi ed i beati. I Russi compaiono nella « Sarmatia europea » e nelle « Res Van-dalorum » ; nella prima sono solo fissati i termini estremi che vanno « inter Vistulam et Tanaim », nella seconda si procede alla ripartizione loro — che sono e « Rutheni » e « Roxolani » — in Albi, vicino alla Lituania, in Moscovii intorno a « Mosqua » ed in « Rubri orientaliores ac Borustheni (Dnepr) propiores » ; la lingua loro è « semidalmati' ca », gli uomini « sylvestres, pellibus tantum ursorum quos venantur tacti » e niente altro, se non si eccettui l’accenno al duca Giovanni di Mosca ed al suo dominio che si estende fino al « mare Venedicum ». Gli Slavi meridionali figurano nel libro Vili, cioè nell’ « Illyricum » perché gli Illyri « insequentibus vero temporibus Sciavi dicti sunt » anche se sono « gens Scythica » che irrompe neH’Illirio ai tempi di Giustiniano imperatore. Segue la solita descrizione geografica che assegna la Media inferiore ai Bulgari e quella superiore alla Bosnia, alla Rascia e alla Serbia. Scarsi i cenni storici che si riferiscono soprattutto a principi serbi, da re Stefano Nemagna, che ebbe la corona da Roma, agli ultimi despoti Giorgio e Lazzaro. E così, male o bene, tutta la grande (1) Jacobus Piccolomini (Ammanatus), Rerum suo tempore gestarum commentarli, Mediolani, 1506, cfr. il liber VI. (2) R. Volterrani. Commentariorum urbanorum octo et triginta libri, Romae, 1506. Io ho consultato l’edizione Lugduni, 1552. 122 —